La crisi economica e finanziaria in America Latina: riflessioni dei vescovi in occasione
del Natale
Nelle omelie della Messa di Mezzanotte, una delle più frequentate del calendario liturgico,
dal Messico alla Patagonia, oltre al senso autentico della festa di Natale, si è parlato
dei timori e delle incertezze che nell'ambito sociale ed economico colpisono gran
parte delle famiglie del Continente. Le diverse Conferenze episcopali in tutti Paesi
e i vescovi nelle loro diocesi in queste settimane, in particolare in queste ore,
hanno ribadito il loro desiderio di "accompagnare il popolo in un momento in cui le
prospettive sembrano ipotecate da ombre oscure", come ha scritto l'arcivescovo emerito
di Città di Guatemala, cardinale Adolfo Quezada Toruño. Di fronte a tali preoccupazioni
e insicurezze “la speranza e la fiducia, e soprattutto la solidarietà”, ha ricordato
l’arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, “sono più necessarie
che mai ed al riguardo il Signore ci indica il sentiero”. È un Natale sotto tono non
tanto per la prudenza dei cittadini di fronte alle abitudini del consumo, ma soprattutto
per il dubbio sul domani che attanaglia tanti lavoratori e lavoratrici. Infatti, “il
clamore che più spesso arriva ai pastori spirituali è la paura di perdere il posto
di lavoro con tutte le terribili conseguenze che ciò comporta per le famiglie”, rileva
mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos (Guatemala). Ci sono poi “l’avvilimento
e la povertà che lacerano migliaia di disoccupati”, come ricorda mons. Carlos Aguiar,
vescovo di Texcoco (Messico). Secondo studi demoscopici realizzati recentemente in
America Latina, risulta che oltre il 40 per cento delle persone che lavorano “hanno
la percezione ed il terrore di perdere il proprio posto di lavoro nel 2009”; questo,
ovviamente, ha avuto un peso negativo nei consumi il cui calo generalizzato non ha
risparmiato nessun Paese dell’area. Tutto ciò ha comportato una quasi immediata contrazione
della produzione introducendo elementi di sfiducia nel rapporto tra il mondo imprenditoriale
e il sistema creditizio. La sensazione più diffusa è sconsolante: la stragrande maggioranza
ritiene che il prossimo 2009 sarà ancora peggio; per ora tutto ciò che si registra
sono solo le avvisaglie di tempi molto cupi. Sembra certo che alla fine del 2009 e
i primi del 2010, la totalità dei Paesi latinoamericani rientreranno nella definizione
tecnica di “economie in recessione”. Ma ciò che più si teme è la recessione delle
nazioni trainanti: Brasile, Messico, Cile, Venezuela e Argentina, titolari di un’economia
con alte quote di esportazioni. Secondo quanto dicono gli esperti, la regione continuerà
a segnare una media di crescita ancora positiva, ma passerà probabilmente dal 4,4
al 1,8 per cento, vigilia di “di una recessione più profonda e prolungata rispetto
ad altre aree” secondo le previsioni delle banche spagnole, assai numerose in Latinoamerica.
Da più parti arriva la medesima domanda: cosa fare? L’arcivescovo di San Salvador,
mons. Fernando Sáenz Lacalle, parlando nei giorni scorsi con la stampa salvadoregna
rispondeva: “Una parte fondamentale spetta alle autorità chiamate a prendere tempestive
misure anti-crisi, un’altra riguarda ogni cittadino, chiamato a non lasciarsi prendere
da timori irrazionali, tirando fuori il meglio di sé: tenacia, speranza e solidarietà”.
Mons. Rymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, Brasile, e attuale presidente
Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), rilevando “la trascendenza e importanza
della solidarietà in un’ora così incerta come oggi”, ha ricordato da un lato “la centralità
dell’etica nelle scelte che toccano la vita di milioni e milioni di persone” e dall’altro
“la centralità assoluta della famiglia”. Sono compiti che Benedetto XVI ha tracciato
in prospettiva del VI Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Città del
Messico dal 16 al 18 gennaio prossimi quando. Il primo ottobre 2007, nella lettera
indirizzata al defunto card. López Trujillo, infatti, il Santo Padre, ha scritto che
l’evento sarà un’occasione "per incoraggiare le famiglie cristiane nella formazione
di una retta coscienza morale". (A cura di Luis Badilla)