In Sud America, dove la crisi economica mondiale si ripercuote con particolare intensità
sui ceti più deboli, la speranza che viene dalla nascita del Salvatore invita ad affrontare
con coraggio le sfide odierne. Luis Badilla, esperto di America Latina per
la nostra emittente:
Il Natale
in America Latina è una festa molto coinvolgente, molto sentita, partecipata e, naturalmente,
mette al centro in particolare i bambini ed anche - questa è una caratteristica molto
tipica - i nonni, gli anziani. Quindi, è una delle feste più amate, che si celebra
sia da un punto di vista religioso molto intensamente. Si celebra, soprattutto, con
una partecipazione nell’Eucaristia o in altre cerimonie, ma che ha anche un risvolto
civile, per così dire, nelle famiglie all’interno del focolare. Natale, per l’America
Latina del 2008 e per i Carabi, è un Natale pieno di incertezze, di paure. La crisi
economica internazionale sta colpendo duramente l’economia di questi Paesi e, dunque,
non credo che sarà un Natale particolarmente allegro. Certo, ci sarà, come è naturale,
la speranza di cui il mondo, in questo caso l’America Latina, ha tanto bisogno.
In
questo clima di incertezza e paura, i vescovi sudamericani lanciano un appello per
la democrazia e i diritti umani. Ancora Luis Badilla:
Il problema
della democrazia in America Latina, delle libertà costituzionali, dei diritti umani,
è un problema sempre attuale. E, dunque, il 2009 è una prospettiva, in questo senso,
molto delicata, perché occorre coniugare - come dicono i vescovi dell’America Latina
- da un lato il rispetto della democrazia, dei valori democratici, dei diritti umani
e, dall’altro, il consolidamento delle istituzioni, basato sulla solidarietà e la
giustizia, perché il problema fondamentale di questa regione del mondo è l’iniquità
sociale. Se questo problema, che si potrebbe aggravare con la crisi economica e sociale,
non viene risolto, metterà a repentaglio la stabilità democratica della regione.
Infine
uno sguardo all’Australia. Qui a Natale la Chiesa locale ribadisce la necessità di
“promuovere un’integrazione autentica e una reale partecipazione delle comunità aborigene
alla vita sociale, politica e culturale del Paese, attraverso nuove opportunità di
occupazione e di istruzione. E’ il messaggio dei vescovi australiani che invitano
ad “un genuino dialogo e una partnership durevole” con gli oltre 517 mila aborigeni
presenti in Australia.