2008-12-24 15:36:05

Il "Pranzo di Natale" con la Comunità di Sant'Egidio in Italia e nel mondo


Anche quest'anno la Comunità di Sant'Egidio organizza "Il pranzo di Natale" con i poveri, una tradizione nata nel 1982, quando un piccolo gruppo di persone povere fu accolto attorno alla tavola della festa nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Erano circa 20 invitati: c'erano alcuni anziani del quartiere, che in quel giorno sarebbero rimasti soli, e alcune persone senza fissa dimora conosciute nelle strade di Roma. Da quel primo pranzo del 1982 la tavola si è allargata di anno in anno e da Roma, a Trastevere, ha raggiunto tante parti del mondo, dovunque la Comunità è presente. Un Natale straordinario che lo scorso anno ha coinvolto circa 100.000 persone nei cinque continenti. La festa si fa nelle chiese, nelle case, ma anche negli istituti per anziani, per bambini, per handicappati, nelle carceri, negli ospedali, perfino nelle strade. Perché - afferma la Comunità di Sant'Egidio - il senso è proprio quello di portare la festa anche negli angoli più bui, più freddi, più sperduti e dimenticati. La festa inizia questa sera con le tante cene nella strada la notte di Natale con chi non ha casa. Nelle città fredde del Nord, da Mosca a Barcellona, dove tra le luci e le insegne luminose, tanti poveri restano soli, o nelle città povere del Sud del mondo. Anche lì il cibo, un regalo semplice, un piccolo presepe, l’alberello di Natale, la musica, ma soprattutto l’amicizia, la gioia, l’attenzione ad ognuno, sono gli “ingredienti” di una festa bella perché piena di amore per chi soffre. Feste belle, in molti casi organizzate con pochissimi mezzi e con un grande impegno da parte di giovani che vivono per lo più in situazioni di povertà e di conflitto. Lo scorso anno in America oltre 4000 persone hanno fatto festa in Salvador, Messico, Argentina, Guatemala e anche a Cuba, dove gli adolescenti del Paese hanno organizzato e animato un pranzo per gli anziani. A Cochabamba, in Bolivia, alcune ragazze della Comunità si recano nel carcere femminile dove molti bambini sono detenuti insieme alle madri. Queste donne, povere e a volte analfabete, sono spesso sole e incapaci di farsi carico della crescita dei figli. Con loro è stato fatto un pranzo in carcere a cui hanno partecipato tutte le 600 detenute. In molte città dell’Indonesia, che è il più popoloso paese musulmano del mondo, l’invito della Comunità rappresenta un momento di festa e di amicizia tra le diverse comunità religiose. Ma anche in tanti luoghi dell’Africa arriverà la gioia della festa: nel solo Mozambico il Natale sarà festeggiato in oltre 20 città, coinvolgendo bambini di strada, mendicanti, lebbrosi, ciechi, famiglie povere e tanti carcerati. In Africa la povertà emerge con particolare durezza nelle carceri. Nella maggior parte dei casi non ci sono letti, non ci sono bagni e le celle sono affollatissime. Le condizioni igieniche sono pessime: ci si ammala facilmente e a volte si muore. Il vitto fornito dall'istituzione carceraria è insufficiente. Chi non ha parenti che portano il cibo, soffre per la fame. Per questo molte comunità africane, in Mozambico, Guinea Conakry, Burkina Faso, non solo visitano regolarmente i carcerati, ma nel giorno di Natale preparano un pasto che è per tanti l’unico vero pranzo di tutto l’anno.  In Costa d’Avorio, in Cameroun, in Madagascar, in Tanzania, in Uganda si fa festa con i mendicanti ciechi e i bambini di strada. E’ significativo che, nonostante i pochi mezzi di cui dispongono, le comunità africane raggiungeranno con i pranzi di Natale decine di migliaia di persone, quante nella sola Europa. (R.P.)







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