2008-12-24 15:27:19

Crisi economica: tasso euribor sotto il 3%


Economia mondiale in piena contrazione e netto calo del prodotto interno lordo di Stati Uniti e di tutta l’area euro. La fotografia della situazione arriva dai dati sul terzo semestre del 2008, quello che va da luglio a settembre, quando il terremoto dei subprime era appena iniziato ad abbattersi sui mercati finanziari. Gli analisti si attendono, quindi, un vero è proprio crollo del Pil al quarto trimestre. Per il punto della situazione ascoltiamo il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

 
I dati sull’andamento dell’economia mondiale non lasciano scampo: la crisi si sta manifestando in tutta la sua gravità e prima della risalita si prevedono ancora un paio di trimestri di crescita sotto lo zero. Nel bel mezzo della recessione più dura dal dopoguerra, il Fondo Monetario Internazionale è quindi tornato a sollecitare le banche centrali e i governi ad adottare ulteriori misure di stimolo per l’economia. Secondo l’organismo internazionale, gli Stati devono essere disposti a spendere anche oltre il 3% del Pil. E in attesa del mega piano di rilancio Usa da 850 miliardi, annunciato dal presidente eletto Obama, si registra l’intervento del governo giapponese che ieri ha approvato il bilancio record da quasi mille miliardi di dollari, destinati a far uscire la seconda economia mondiale dalla recessione. Iniezione di liquidità anche per il settore dell’auto francese. Ieri Sarkozy, nel corso della sua visita in Brasile, ha annunciato il varo di un piano di aiuti, entro la fine di gennaio, per le case in difficoltà. Per i consumatori arriva invece una boccata di ossigeno dall’ulteriore calo del prezzo del petrolio, che si è attestato sui 39 dollari al barile, e del tasso dell’euribor, sceso sotto il 3% per la prima volta dal giugno del 2006. Ma sul fronte energetico irrompono le parole del premier russo Vladimir Putin che, al primo vertice dei Paesi esportatori di gas tenutosi ieri a Mosca, ha gelato la comunità internazionale annunciando “la fine dell’era delle risorse energetiche a buon mercato, nonostante la crisi”.

 
Iraq
Il Parlamento iracheno ha approvato ieri una misura che autorizza le truppe non americane a rimanere nel Paese anche dopo la scadenza del mandato Onu del 31 dicembre. In Iraq sono attualmente schierate oltre 150 mila unità inquadrate nella forza multinazionale. Gli Stati Uniti, presenti con il 95% delle truppe straniere, avevano precedentemente firmato un accordo di sicurezza bilaterale che assicura la presenza delle forze armate fino al 2011.

Pakistan
Ancora violenza in Pakistan. Una donna è stata uccisa e altre quattro persone sono rimaste ferite nell'esplosione di una bomba su un'importante strada di Lahore, principale città dell'est del Paese. Almeno 1.500 persone hanno perso la vita nell'ondata di attentati e attacchi che scuote il Pakistan dal luglio del 2007. Intanto, nell’area tribale della valle di Swat, i talebani pachistani hanno intimato la chiusura delle classi femminili entro 15 giorni. Sempre entro quella data alle donne non sarà più concesso di frequentare i mercati. La denuncia, raccolta da un’agenzia tedesca, arriva da un’insegnante che ha inoltre accusato il governo di non fornire alcuna protezione.

Afghanistan
Le prime milizie tribali afghane, armate dalle forze americane sul modello di quanto avvenuto in Iraq, saranno dispiegate nella provincia afghana di Wardak vicino a Kabul, all'inizio del prossimo anno. Si tratta di un passo importante in vista di un percorso che porterà al passaggio di consegne con le truppe della coalizione internazionale. Se l'esperimento avrà risultati positivi, milizie locali saranno infatti dislocate rapidamente in altre regioni dell’Afghanistan. Intanto, il capo supremo dei talebani, Mullah Mohammad Omar, ha smentito le notizie relative a colloqui di pace con il governo afghano per porre fine alla guerra.

India
E sarà un Natale particolare anche quello che stanno per trascorrere i cristiani nello Stato indiano dell’Orissa, dopo le violenze da parte di estremisti indù scoppiate in agosto. Tutta l’India, poi, vive giorni di tensione per la paura di nuovi attacchi terroristici, come quelli di Mumbay. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:RealAudioMP3

E’ una vigilia di Natale carica di paura e di tensione per la minoranza cristiana ed indiana, soprattutto quella dello Stato dell’Orissa dove le organizzazioni estremiste indù e un gruppo tribale hanno deciso di organizzare uno sciopero, una serrata generale. Pochi giorni fa, il governo locale aveva vietato la manifestazione prevista per il 25 dicembre e voluta dal gruppo radicale indù per protestare contro il mancato arresto dei responsabili dell’omicidio del leader indù Saraswati, attribuito falsamente ai cristiani e che è stata la scintilla che ha causato le aggressioni di agosto. Secondo i dati della Conferenza episcopale indiana, nelle violenze anti cristiane sono morte 81 persone mentre oltre 22 mila si trovano nei campi profughi del governo ed oltre 40 mila sono fuggiti dal distretto di Kandhamal, l’epicentro dei disordini. Sono state distrutte in tutto 236 chiese, 36 tra conventi, scuole ed istituti religiosi. Nonostante il dispiegamento delle forze dell’ordine e le promesse delle autorità indiane di adeguata protezione, si teme che le proteste possano provocare una nuova ondata di violenza. Nel distretto di Kandhamal e un po’ in tutta l’India, com’era già successo lo scorso Natale, di fronte al dramma dell’Orissa ed anche in solidarietà delle vittime dell’attentato terroristico di Mumbai del 26 novembre, sono state cancellate le tradizionali feste, fiere natalizie che accompagnavano le celebrazioni religiose.

 
Somalia
Si aggrava la crisi politica della Somalia, dopo le dimissioni, oggi a Baidoa, del premier, Mohamed Guled, nominato illegittimamente appena otto giorni fa dal presidente Abdullahi Yusuf, al posto del destituito Nur Hassan Hussein. Le dimissioni sono frutto dello scontro tra il presidente Yusuf e il Parlamento, che si era schierato a difesa dell’ex primo ministro Hussein. Alla base del contrasto i rapporti con l'Etiopia. Yusuf preme per il conflitto contro le Corti islamiche e per la presenza etiope nel Paese. Hussein vuole invece il ritiro delle truppe di Addis Abeba.

Terremoto
Non ha fortunatamente causato né vittime, né ingenti danni la forte scossa di terremoto che ieri ha colpito l’Italia. Il sisma, di magnitudo 5,2 gradi sulla scala Richter, ha avuto il suo epicentro in Emilia ed è stata avvertita in diverse zone del nord e centro Italia. Almeno altre 50 piccole scosse di assestamento sono state registrate nella notte. Al momento, squadre di tecnici regionali, integrate con i vigili del fuoco, stanno procedendo a verifiche sugli edifici, in particolare sulle chiese danneggiate, nell'area tra Parma e Reggio Emilia. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 359

 
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