Mons. Twal: il Natale porti un'era di pace e giustizia in Terra Santa
Il nuovo patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fuad Twal, nel primo messaggio natalizio
dalla sua nomina, ha sottolineato oggi con gioia, in conferenza stampa a Gerusalemme,
il desiderio di Benedetto XVI di recarsi in Terra Santa il prossimo anno. Quindi ha
denunciato la situazione della minoranza cristiana ma esprimendo la propria speranza
per un futuro di pace. Da Gerusalemme, il servizio di Sara Fornari:
Un messaggio
– quello del patriarca latino di Gerusalemme – centrato sulla speranza che questo
Natale sia la nascita di un’era nuova, di stabilità e sicurezza e di quella pace tanto
sospirata da tutti i popoli, che si fonda sulla giustizia e sulla verità. “Questo
Natale ci ritrova più portati alla speranza - ha detto mons. Twal - il quale, pur
riconoscendo che “c’è stato un vero salto di qualità, basato su una sincera volontà
di progredire nella realizzazione del dialogo e dell’accettazione dell’altro”, ha
però denunciato instabilità, mancanza di prospettive chiare per l’avvenire, aggressioni
contro i cittadini e violazioni contro proprietà e beni. Il pastore della Chiesa latina
di Gerusalemme ha espresso anche una apprensione condivisa da tutti i Patriarchi d’Oriente
per il futuro e le condizioni delle comunità cristiane, per i villaggi e città della
Terra Santa che soffrono disagi e tribolazioni a causa delle difficoltà di comunicazione.
“Così
anche noi stiamo aspettando – questo il cuore del messaggio del Patriarca Twal – la
manifestazione della grazia del Signore che metterà fine all’occupazione e all’ingiustizia.
Aspettiamo l’alba di una nuova era nella quale il perdono vincerà sulla vendetta,
l’amore sull'odio; un’era nella quale sorgerà il sole di pace e giustizia”.
Il
direttore della Sala Stampa padre Federico Lombardi aveva già confermato in novembre
che "sono in corso contatti diplomatici per studiare la possibilità di un viaggio
del Papa in Terra Santa nel corso dell'anno prossimo". Sui significati che potrebbe
avere questo viaggio, ascoltiamo lo stesso patriarca Fuad Twal al microfono
di Luca Collodi:
R. – Per
noi significa molto, perché così si viene a conoscere bene la nostra situazione e
le condizioni non facili che viviamo. Speriamo che possa essere una ragione per una
maggiore collaborazione per la pace in modo che tutti ne approfittiamo: noi cristiani
di tutti i riti e i due popoli, israeliano e arabo.
D.
– Perché la pace è ancora un sogno nel Natale 2008, per la Terra Santa?
R.
– Non è un sogno! Ci sono tanti gesti e tanti segni, anche incontri internazionali
che vanno verso questa pace. Siamo contenti di vedere che oramai c’è una coscienza
mondiale e internazionale sulla necessità e sul bisogno di realizzare questa pace
qui, in Terra Santa. Sappiamo che la chiave della pace in Medio Oriente sta a Gerusalemme
– sia della pace, sia della guerra. Cominciamo da qui. E noi seguiamo con la nostra
preghiera e con la nostra gratitudine tutti i passi positivi che conducono a questa
pace. Siamo ottimisti.
D. – Un pellegrinaggio del
Papa in Terra Santa può avvicinare il dialogo tra arabi e israeliani?
R.
– Certamente, perché il Papa è per tutti, lui vuole bene a tutti. Sappiamo che non
c’è la pace per un popolo senza la pace per l’altro e non ci sarà mai la sicurezza
per uno se non c’è sicurezza per l’altro. Poi c’è Gesù, c’è il Bambino, c’è Natale
che ci annuncia questa pace: non dobbiamo dimenticare la dimensione spirituale di
Natale che arriva con tanti pellegrini, tanti amici, tanti pregano per noi … Non siamo
soli, in questa missione!