2008-12-23 16:21:34

Iraq: il Natale a Kirkuk più forte delle persecuzioni


Il desiderio più ricorrente per le famiglie cristiane irachene di Kirkuk è partecipare alla messa di mezzanotte. Un desiderio che anche quest’anno non potrà essere esaudito: le celebrazioni notturne infatti, sono vietate in tutto il Paese per questioni legate alla sicurezza. Resta però la speranza che “un giorno il Paese ritrovi la pace” e la “libertà”: questa è la ragione di fondo che spinge le famiglie a restare – fra difficoltà e sofferenze – ed a testimoniare con la loro vita il senso più profondo della festività natalizia. La messa solenne di mezzanotte – celebrata in realtà alle 17.30 di domani e trasmessa in diretta televisiva da un canale satellitare – è il momento più importante per le famiglie di Kirkuk, dopo la quale c’è il tradizionale scambio di auguri: serenità per le famiglie e pace per tutto l’Iraq. Nei giorni che precedono la festa, alcune famiglie della città irachena raccontano all'agenzia AsiaNews l’emozione con la quale si “vive l’attesa, si addobba l’albero e si prepara il presepio in tutte le case”. Vi è poi la consuetudine di “scambiarsi visite tra famiglie, recitare preghiere in comune e condividere il cibo, un elemento fondamentale”. Quello che la gente descrive, non è altro che il tentativo di “vivere in normalità” che è spesso negata alle famiglie cristiane irachene, costrette a subire violenze e persecuzioni pur non mancando le “testimonianze di solidarietà e affetto da parte di una parte preponderante della comunità musulmana”. Una vicinanza che viene confermata dagli scambi di auguri che i “fratelli musulmani” rivolgono ai cristiani in occasione del Natale. E dalle attenzioni verso i più bisognosi, con “la distribuzione gratuita di 400 polli alle famiglie povere della città, perché anche loro possano festeggiare il Natale”. All’interno della comunità cristiana “non si vive un clima di paura. La festa, al contrario, si trasforma in un momento di rinnovata speranza: siamo pronti a celebrare il Natale – raccontano le famiglie – con gioia. La preghiera diventa un mezzo per alleviare le sofferenze e per farci sentire vicini ai cristiani di tutto il mondo, che ricordano la nascita di Gesù. La nostra voce urla con forza ‘Siamo ancora qui’ per testimoniare Cristo, certi del fatto che non siamo soli”. Mons. Louis Sako, arcivescovo della diocesi di Kirkuk, attraverso AsiaNews lancia un messaggio di auguri ai fedeli: “Per me Natale – sottolinea il prelato – significa rinascere ogni giorno nella difficoltà quotidiana. La festa ci invita ad amare, ad accogliere, a condividere senza barriere. Con questa forza profonda che sorge della nostra fede, possiamo davvero realizzare la pace”. (R.P.)







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