In Guinea Conakry è in corso un colpo di Stato miltare, seguito a poche ore dalla
morte, avvenuta questa notte, del presidente Lansana Contè, uno tra i più longevi
leader africani, piegato da una malattia all'età di 74 anni, gli ultimi 24 dei quali
trascorsi al potere. Ora nella capitale Conakry la situazione è confusa, ma regna
la calma e non si segnalano violenze. Il servizio di Marco Guerra:
Dopo l’annuncio
della scomparsa di Contè, il capitano delle forze armate, Moussa Dadis Camara, ha
letto alla radio nazionale un messaggio in cui si comunicava la sospensione della
Costituzione, il blocco delle attività politiche e sindacali, la destituzione del
governo in carica e delle altre istituzioni principali e l'avvento di un "Consiglio
Consultivo" costituito da civili ma anche da ufficiali delle forze armate. L’ufficiale
ha inoltre criticato quanti hanno governato negli ultimi anni, accusandoli di aver
sperperato le risorse del Paese e lanciando strali contro la corruzione generalizzata.
Successivamente sono stati convocati tutti i ministri del disciolto esecutivo e diverse
altre cariche dello Stato a radunarsi in una caserma dell'esercito, sebbene ufficialmente
per "garantirne la sicurezza". Poi, è stato ordinato alla popolazione di rimanere
in casa. Al momento, nella capitale Conakry non si segnalano violenze nè in altre
zone del Paese. Fra il deposto gruppo dirigente legato a Contè si è fatto sentire
solo il presidente del parlamento che, ad una radio francese, ha detto di non credere
che tutte le forze armate siano al fianco dei golpisti. La Guinea ha enormi risorse
naturali, eppure è tra i Paesi più poveri del mondo. La popolazione di oltre otto
milioni abitanti è poi ancora afflitta da un elevatissimo tatto di mortalità infantile.