Vietnam: il vescovo di Vinh Long difende le suore a cui è stato requisito l'orfanatrofio
"Com’è triste vedere suore diffamate per “giustificare” l’appropriazione del loro
orfanotrofio, amorevolmente tenuto per 31 anni, e trasformarlo in un luogo di svago".
Scrive così il vescovo di Vinh Long, mons. Thomas Nguyen Van Tan in una lettera indirizzata
ai sacerdoti, i religiosi e i laici della sua diocesi. Il presule - riferisce l'agenzia
AsiaNews - si riferisce a quanto sta accadendo alle Suore dela carità di San Vincenzo
de Paoli, congregazione di origine francese, presenti a Vinh Long – 160 chilometri
a sud di Ho Chi Minh City - dal 1871. Fino al 1975 le suore hanno mantenuto nella
via To Thi Huynh della città un grande complesso usato come convento e come orfanotrofio.
Nell’aprile del ’77, per “trasformare la società verso il socialismo”, le autorità
hanno varato una politica di requisizione di terre ed edifici. Il 6 settembre 1977
essi hanno requisito il convento e l’orfanotrofio delle suore, mandando via i giovani
ospiti e perfino i bambini handicappati. Secondo la risoluzione 1958 del Comitato
del popolo di Cuu Long, la provincia in cui si trova Vinh Long, il convento e l’orfanotrofio
venivano espropriati per essere usati come “ospedale pediatrico e ospedale per la
provincia”. Ciò che non è mai avvenuto. Le religiose, però, non hanno mai smesso di
chiedere la restituzione del loro complesso. Ora, per giustificare la trasformazione
dell’ex orfanotrofio in un albergo a quattro stelle, le autorità accusano le religiose
di “aver educato una generazione di giovani sfortunati ad essere una forza antirivoluzionaria
da opporre alla liberazione del Paese”. “Celebrando questo Natale – conclude mons.
Nguyen Van Tan – ci sia permesso di implorare il nostro Dio e Salvatore di portare
nel mondo la sua vera pace, una pace nella sua pienezza, che è basata sulla gistizia
e la moralità”. (R.P.)