Messico: appello natalizio del cardinale Rivera Carrera
“La società messicana ha un drammatico bisogno di pace, ma deve sapere che
per raggiungerla deve cercarla nel cammino che porta verso Dio e non in quello degli
uomini che spesso conduce per sentieri sbagliati come la guerra, la distruzione, il
rancore, le invidie e le vendette”. Così l’arcivescovo di Città del Messico, cardinale
Norberto Rivera Carrera, nella lettera con cui esprime all’arcidiocesi e più in generale
a tutti i messicani i suoi auguri natalizi. Secondo il porporato, oggi, la priorità
delle priorità è la pace, quella “sincera e vera” che nasce, cresce e si sviluppa
nei cuori degli uomini. Chiede, dunque, a tutti d’interrogarsi sulla violenza che
colpisce il Paese sottolineando che è frutto di “crimini organizzati, corruzione,
disponibilità ad accettare denaro macchiato di sangue”. La violenza – ricorda - mette
fine “alla vita di persone innocenti sacrificate per interessi meschini o per vendette
ripugnanti”. Di fronte a tutto ciò – è l’insegnamento del cardinale - “occorre pregare”
per far sì che “i cuori di pietra si trasformino in cuori di carne, capaci di costruire
una pace basata sulla giustizia e sulla solidarietà”. Il cardinale Norberto Rivera
Carrera, che ieri ha celebrato 23 anni dalla sua ordinazione sacerdotale di cui 13
passati nel distretto federale, è intervenuto giorni fa in un convegno presso il “Club
de Banqueros” esprimendo tutta la sua preoccupazione e quella della Chiesa messicana
di fronte alle molte violenze che dilagano nel Paese. Con riferimento particolare
al narcotraffico, ha affermato di ritenere inopportuno e rischioso scendere a patti
con il crimine. Va detto che si è aperto nel Paese un dibattito sul possibile alleggerimento
delle pene a membri dei cartelli della droga che abbiano deciso di pentirsi o dissociarsi
e che, secondo alcune proposte, siano disposti a “lavorare” sotto copertura dentro
organizzazioni criminali. Secondo il porporato, fermo restando che possono essere
realizzate modifiche legislative adeguate, è comunque difficile “scendere a patti
con il male” anche perché, “in questo caso il crimine ha radici profonde e riesce
addirittura ad infiltrare gli stessi organi di sicurezza che lo combattono”. Temendo
che queste bande siano più abili di quanto sia possibile fare per uno Stato di diritto,
il cardinale Rivera Carrera ha ricordato che “molti esponenti del narcotraffico sono
dentro queste organizzazioni criminali non tanto per scelta ma perché vengono ricattati
e minacciati di morte”. In ogni caso, - ha precisato il porporato – la necessaria
prudenza “non deve mai chiudere nessuna strada a chi avesse deciso di cambiare, di
pentirsi, di intraprendere i sentieri del bene”. D’altra parte, con lo sguardo sul
prossimo processo elettorale, l’arcivescovo della capitale ha manifestato il suo augurio
che i partiti politici siano capaci di resistere e di lottare contro le tentazioni
di prendere denaro dal narcotraffico definendo “fondamentale la partecipazione cittadina
sia per controllare che per accompagnare i candidati e i partiti verso l’adempimento
di quanto promettono”. “I cittadini devono essere consapevoli - ha affermato - che
la responsabilità civica non si limita al momento in cui si deposita il voto nelle
urne ma va oltre, in particolare in momenti di grandi cambiamenti nel mondo”. (A
cura di Luis Badilla)