Il cardinale Bertone benedice il "Presepio dei Netturbini"
Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha benedetto ieri il “Presepio dei
netturbini”, allestito a Roma nella sede dell’Ama di via dei Cavalleggeri. Il cardinale
ha portato la benedizione del Papa, aggiungendo che Benedetto XVI ha assicurato il
suo paterno affetto e formulato i propri auguri per le prossime feste natalizie. Il
presepio – ha detto il porporato - è un messaggio di speranza e di amore. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
(musica)
Uno
scorcio di mondo incanta da 37 anni grandi e piccini con case costruite con pietre
di tufo. E’ il “Presepio dei Netturbini” che, con le tipiche costruzioni abilmente
illuminate della Palestina di 2000 anni fa, ha fatto da sfondo al discorso pronunciato
ieri dal cardinale Bertone. In occasione della benedizione della storica e suggestiva
rappresentazione, il porporato ha detto che “il Natale non è una leggenda raccontata
per commuoverci o una tradizione inventata”. E’ invece “un fatto che appartiene al
grande libro dell’umanità”. “La nascita di Gesù – ha aggiunto il cardinale – non è
una favola” ma un dato storico, “un fatto concreto che alcuni hanno toccato di persona”.
Se perdiamo i contatti con questa storia – ha affermato il segretario di Stato - “non
riusciremo più a capire perché la linea del tempo sia stata spezzata in due, prima
di Cristo e dopo Cristo”.
Oggi c’è il rischio – ha
spiegato il cardinale Bertone - di ricordare “un anniversario senza sapere nulla di
Colui del quale si ricorda la nascita”. Si rischia cioè di celebrare una festa senza
il festeggiato. Alcuni – ha fatto notare il porporato – “hanno trasformato questa
ricorrenza liturgica in un evento” quasi distaccato da Gesù. “Il consumismo edonista
del nostro tempo – ha osservato - sembra voglia seppellire con cose materiali il dato
spirituale e religioso” la vera origine del Natale.
Di
fronte a questa avanzata del consumismo, il presepio resta un “messaggio di speranza
e amore”. E’ il veicolo – ha spiegato il cardinale Bertone – di un messaggio di fraternità
che chiama le città e le nazioni del nostro tempo a riscoprire “la bellezza della
semplicità, della condivisione e della solidarietà”. E’ un invito all’unità, alla
concordia e alla pace. E’ anche un messaggio per chi non condivide la nostra fede
e un invito – ha concluso il porporato - a far posto a Dio nelle nostre vite. Con
oltre 350 pietre provenienti da tutto il mondo, il “Presepio dei Netturbini” testimonia
il messaggio di pace e fratellanza della Natività.
L’opera
è nota anche come il Presepio dei Papi. Il primo Pontefice a visitarla è stato Paolo
VI nel 1974. Giovanni Paolo II si è recato per ben 24 volte nella sede dell’Ama. Benedetto
XVI ha visitato il Presepio nel 2006. Si stima che siano stati oltre due milioni le
persone che hanno reso omaggio all’opera realizzata per la prima volta nel 1972 dal
netturbino Giuseppe Ianni.