2008-12-18 15:47:13

Sant'Egidio presenta la guida di sopravvivenza per i poveri di Roma


Sono due milioni e mezzo in Italia le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, cui si aggiungono quasi 900 mila famiglie che rischiano di diventare povere. Questi gli ultimi dati Istat diffusi oggi a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha lanciato l’allarme sulla fragilità sociale, sempre crescente tra le persone comuni, e ha presentato la Guida 2009 “Dove mangiare, dormire e lavarsi”. Un documento di 200 pagine e più di 700 indirizzi per aiutare chi è senza dimora. Al microfono di Linda Giannattasio, Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, spiega a chi è rivolta questa guida. RealAudioMP3

R. – Sono 15 mila copie, soprattutto diffuse a Roma e provincia. La Guida è rivolta a chi vive per strada, agli anziani, a chi non ha nulla e a chi, se fa un viaggio a vuoto in cerca del necessario, rischia addirittura di morire. Ma è rivolta anche agli assistenti sociali, ai centri Caritas delle parrocchie cioè, a tutti quelli – anche cittadini comuni – che entrano in contatto con una persona che ha un estremo bisogno. Ed è anche la guida per provare a vivere in un’area metropolitana come quella di Roma a costo zero. Davvero una guida di sopravvivenza.

 
D. – La crisi economica ha provocato e provocherà l’espulsione di centinaia di persone dal mercato del lavoro. Come sta cambiando la condizione della povertà a Roma e in tutta Italia?

 
R. – Aumenta in maniera molto importante il numero di persone che stanno sotto la soglia minima di povertà. Abbiamo famiglie comuni, gente che ha un lavoro solo ma sono più nuclei familiari che convivono …

 
D. – Chi sono quindi i poveri, oggi?

 
R. – I poveri hanno due facce: gli anziani soli, le persone sole, le famiglie numerose, quelle con più di tre figli, al Sud. Paradossalmente, in Italia i figli – che sono l’unica possibilità di un futuro e di un presente competitivo – sono diventati quasi un peso. Dobbiamo invertire questa situazione.

 
D. – Natale è forse uno dei momenti più tristi per chi è solo e vive per strada. Quali sono le iniziative della vostra Comunità per affrontare questo periodo, e quali le proposte per supportare queste fasce deboli a lungo termine... quindi non ricordarsi che esistono solo ora?

 
R. – Scoprimmo, tanti anni fa, mettendoci nei panni di chi ha vestiti un po’ sporchi e laceri, di chi sta per strada, che il Natale rischiava di diventare una 'maledizione'. Per questo fu aperta – e si apre ancora – la Basilica di Santa Maria in Trastevere, con quel pranzo di Natale che pian piano è diventato contagioso: oggi accade in 70 Paesi del mondo, e a Roma ci saranno più di 8 mila persone. Tanti altri hanno ripreso questa iniziativa e siamo contenti di non avere alcun copyright sul pranzo di Natale. Spero che ognuno di noi cominci a pensare che adottare un povero è qualcosa di possibile. Allora davvero possiamo ridurre il tasso di sofferenza.







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