2008-12-17 14:04:29

Presentato a Roma il film "Il colore dell'Amore" sull'arte di padre Rupnik e dell'Atelier del Centro Aletti


E’ stato presentato ieri a Roma il film “Il colore dell’amore”, una pellicola di alto valore spirituale, disponibile in DVD, sull’arte di padre Marko Ivan Rupnik e dell’Atelier del Centro Aletti, con la regia di Maria Amata Calò e i testi di Aurelio Molè. Padre Rupnik, gesuita sloveno, direttore del Centro Aletti che promuove l’incontro tra la spiritualità cristiana orientale ed occidentale, è noto in tutto il mondo per i suoi mosaici: ricordiamo in particolare quelli nei Santuari di Lourdes e Fatima e la Cappella Redemptoris Mater in Vaticano, mentre è in corso d’opera quello di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Ci parla del film lo stesso padre Rupnik, intervistato da Sergio Centofanti:RealAudioMP3


R. – Penso che la regista, Maria Amata Calò, sia veramente riuscita a fare un’opera cinematografica di un linguaggio simbolico per eccellenza, simbolo inteso in senso teologico, cioè come un’unità di due mondi: quello visibile e palpabile e quello invisibile ed eterno. E’ una catena di simboli che veramente fa vedere l’amore realizzato.
 
D. – Ci sono come degli spiragli su un abisso, un abisso che lascia intravedere qualcosa o Qualcuno che attrae...
 
R. – Sì, proprio così, come succede nel simbolo. Il simbolo ti attira e se tu ti lasci attirare, ti dischiude sempre più la “presenza”, cioè il mistero come reale presenza, dove tu puoi incontrarti con il Signore. Io penso che la forza di questo film stia proprio nel far desiderare di ritrovare un rapporto con Dio, di farti bramare di uscire da un mondo solo pensato, solo psichico, e di incontrare un Altro, realmente incontrarlo e non solo pensarlo.
 
D. – L’arte dell’Atelier del Centro Aletti è un’esplosione di luce...
 
R. – Beh, sarebbe bello se fosse così. Noi ci sforziamo di renderla tale, perché crediamo che questo rapporto tra la luce e la materia sia una questione di vita. La materia dopo il peccato vorrebbe, desidera, geme di giungere alla luce, di essere penetrata dalla luce, perché solo se è penetrata dalla luce, affiora il colore, affiora la vita: come l’uomo quando sente il dolore, la malattia, il male che lo aggredisce, sotto diversi aspetti, sia morali che fisici, percepisce questo momento tragico e drammatico, se la luce se ne va. Perciò penso sia importante far vedere, testimoniare che in Cristo questa nostra umanità è stata penetrata dalla luce per sempre. Questa luce non tramonta più.
 
D. – Il mondo di oggi è pervaso da tanta volgarità e banalità. Voi artisti del Centro Aletti volete comunicare la bellezza e fate desiderare di vivere la bellezza della fede...
 
R. – In questo momento storico mi sembra estremamente importante far vedere il fascino, la bellezza, non cosmetica, perché la bellezza è veramente la carne della verità e del bene: cioè, il vero, senza che si riveli come amore, può diventare un’ideologia pesante che prima o poi viene rigettata. Perciò penso sia importante far veder quanto bello sia vivere con il Signore nel suo corpo, come fratelli e sorelle. La comunione attira e affascina.







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