2008-12-17 15:48:52

Brasile: minacce di morte contro un vescovo, missionari e contadini


In Brasile la Commissione pastorale per la terra e numerosi altri organismi ecclesiali e associazioni territoriali, hanno espresso nei giorni scorsi preoccupazione per il fatto che almeno 260 persone, fra cui molti missionari e dirigenti contadini, continuano a ricevere intimidazioni e minacce di morte da parte di gruppi non meglio identificati. Gruppi che appaiono legati ad alcuni latifondisti e trafficanti di legname dell'Amazzonia, in particolare dello Stato di Parà. Tra queste persone minacciate la stampa locale parla di mons. Erwin Kautler, vescovo di Xingù, che in passato ha condannato duramente il comportamento di un sindaco e di alcuni suoi assessori nel caso dell'assassinio della religiosa statunitense Dorothy Stang. Suor Dorothy, uccisa nel 2005, era molto amata dai contadini con cui lavorava dal 1966. Era conosciuta da tutti come Irmã Dorote. Apparteneva alla Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur. Cominciò il suo ministero pastorale nello Stato del Maranhão. Poi si è impegnata intensamente nei movimenti sociali anche nello Stato del Parà, accompagnando le lotte dei lavoratori della Transamazzonica e dei contadini contro il disboscamento dell'Amazzonia. Fino al giorno del suo assassinio, con sei colpi di pistola sparati mentre si trovava nella città di Anapu, Suor Dorothy partecipò attivamente ai lavori della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani e, soprattutto, alla Commissione pastorale per la terra. Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, lo stato del Parà è la regione dove si registra la maggiore quantità di minacce di morte e dove, inoltre, le minacce purtroppo hanno un seguito nei fatti. Nel febbraio scorso per esempio fu ucciso il contadino Francisco da Silva, presidente dell'Associazione di produttori rurali del fiume "Amazonas". Francisco da Silva da tempo appariva nella lista delle persone minacciate così come è accaduto con suor Dorothy Stang. L'Amazzonia e i suoi popoli da anni affrontano numerosi pericoli. Tra questi il più insidioso è la deforestazione, con un traffico di legname spesso poco legale e per nulla regolamentato. I contadini subiscono inoltre diverse vessazioni per via di veri e propri imbrogli legati alle leggi che dovrebbero regolare il diritto di proprietà. Si calcola che solo il 10% delle terre amazzoniche è stata legalizzata. Si tratta di una situazione che ostacola soprattutto l'azione del governo che intanto continua a ricercare, così come le associazioni territoriali e di base, le vie più efficaci per mettere fine a questa realtà. Realtà che, nel frattempo, ha permesso che il “più grande polmone del pianeta” abbia già perso il 20% della sua massa forestale. Il governo centrale brasiliano, secondo quanto scrive "O Estado de São Paulo", sarebbe arrivato, proprio in questi giorni, ad importanti conclusioni che potrebbero comportare la radicale modifica di nove leggi e tre decreti. (L.B.)







All the contents on this site are copyrighted ©.