Il cardinale Bertone in visita all’Ospedale romano Bambino Gesù sottolinea l’autentico
significato del Natale, evento centrale della nostra Salvezza
“Natale non è la sagra delle luminarie e il commercio dei doni”: è quanto sottolineato
stamani dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in occasione della visita
natalizia all’Ospedale pediatrico romano “Bambin Gesù”. Il Natale, ha detto ancora
il porporato, è la memoria dell’evento centrale della nostra Salvezza: il Figlio di
Dio si è fatto uomo nel grembo di Maria. Sulla tradizionale visita natalizia del cardinale
Bertone, il servizio dell’inviato del quotidiano “Avvenire”, Mimmo Muolo:
“Una breve,
ma intensa riunione di famiglia”: così, il cardinale Tarcisio Bertone ha definito
la sua visita di stamani all’ospedale Bambino Gesù. Come ogni anno, in questo periodo,
il segretario di Stato vaticano si è recato nella struttura sanitaria ai piedi del
Gianicolo, portando gli auguri del Papa, che - ha sottolineato rivolgendosi a medici
e infermieri - “segue con affetto il vostro lavoro e le importanti attività che l’ospedale
porta avanti con coraggio e generosità”. E in effetti, c'era un'atmosfera di famiglia
con tanto di banda musicale e brani natalizi.
Ricevuto
all’arrivo dal presidente dell’ospedale, Giuseppe Profiti - per il quale il rapporto
con il Papa e la Santa Sede è stato definito un valore aggiunto per l'Ospedale Bambino
Gesù - il cardinale si è fermato dapprima nella ludoteca, salutando alcuni piccoli
degenti e i loro genitori, poi è salito nell’aula magna dove lo attendevano un centinaio
di dipendenti. “A Natale tutti diventiamo bambini”, ha detto citando Paolo VI. “Natale,
infatti, non è la sagra - ha aggiunto - delle luminarie e il commercio dei doni. Il
Natale cristiano è la memoria che si rinnova dell’evento centrale della nostra salvezza:
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto per liberarci dalla lebbra del peccato, dalla
droga dell’egoismo, dal tunnel buio e freddo della morte”. Di qui l’augurio con cui
il segretario di Stato si è congedato. “Continuate a lavorare - ha raccomandato -
non solo con riconosciuta professionalità, ma anche con uno spiccato senso di umanità,
di comprensione, di amicizia e di amore”.