L’Italia ricorda lo scrittore Giovannino Guareschi a 100 anni dalla nascita
Per il centenario della nascita di Giovannino Guareschi, Brescia rende omaggio al
celebre, giornalista e scrittore satirico della Bassa parmense, con una mostra, fino
al 28 febbraio, che espone 70 disegni originali del "Bertoldo", il settimanale milanese
degli anni trenta. La città di Parma gli dedica una rassegna cinematografica, fino
al 7 gennaio, con diverse famose proiezioni. Alessandra De Gaetano ha chiesto
a Giovanni Lugaresi, studioso di Guareschi, qual è il segreto del suo successo
cinematografico:
R. – Quei
due eccezionali interpreti che sono stati Fernandel e Gino Cervi; con quel di più
- a mio avviso – costituito dalla colonna sonora di Cicognini e dalle voci del Cristo
crocifisso dell’altare maggiore, che furono nei primi due film la voce del grande
Ruggeri e negli altri di Ricci.
D. – Quali caratteristiche
di Guareschi si possono ritrovare nei personaggi di Don Camillo e Peppone?
R.
- Le caratteristiche sono innanzitutto di una grande umanità, perché in Guareschi
- che combattè per tutta la sua vita una forte e ferma battaglia per la libertà, e
quindi all’insegna dell’anticomunismo - l’umanità prevalse sempre sull’ideologia.
E poi c’è da dire che ci sono i valori ovviamente cristiani; dico ovviamente non soltanto
per via della figura di don Camillo e per la presenza del Cristo crocifisso che parla,
ma dello stesso Peppone; Peppone, ancorchè essere il capo dei rossi e il sindaco rosso
del paese, è “naturaliter” cristiano; ogni qualvolta Peppone si distacca dagli ordini
del partito, fa del bene e agisce quindi da cristiano.
D.
– Qual è il messaggio di Guareschi in “Mondo piccolo”?
R.
– E’ un messaggio di amore per il paese, per la natura; c’è il grande fiume, c’è la
campagna, ci sono le viti. C’è insomma la vita rurale, la gente del paese con i suoi
valori, con le sue caratteristiche, le sue tradizioni. Ci sono due grandi respiri:
c’è il respiro della fede e il respiro della poesia.
D.
– Che significato ha l’opera di Guareschi ai nostri giorni?
R.
– Rappresenta un caso emblematico di fedeltà: fedeltà ai propri valori, fedeltà al
proprio mondo. Quindi Guareschi è uomo che non tradisce e il suo pubblico trova sempre
in lui un punto di riferimento umanissimo e cristiano che poi alla fin fine finisce
per fare quello che dovrebbero fare tutti gli scrittori: fare compagnia al lettore.
Guareschi riesce sempre a far sorridere, a dare speranza e a scaldare il cuore di
ciascuno di noi.