2008-12-12 15:23:37

Il continente americano celebra la festa della Madonna di Guadalupe


Ciò che accade oggi nel Continente americano, dall’Alaska alla Patagonia, e in migliaia di luoghi delle 34 nazioni, è forse uno dei fenomeni religiosi più rilevanti al mondo. Oggi, Solennità della Regina e Patrona dell’America, Nostra Signora di Guadalupe, sono milioni i fedeli, oltre 20, che si recano in centinaia e centinaia di santuari mariani, piccoli e grandi, famosi e meno conosciuti, per un atto di venerazione alla Madre di Dio. Sono molteplici in particolare le celebrazioni in Messico, dove si trova il principale santuario della Madonna di Guadalupe, tanto amata da questo popolo al punto di aver dato origine al detto secondo cui “il 90% dei messicani sono cattolici, ma il 100% è guadalupano”. In questo Paese, patria nativa dell’indio San Juan Diego al quale apparve la Madonna tra il 9 e il 12 dicembre 1531, le feste religiose si svolgono per una settimana. Il loro momento più importante, come nel resto del Continente, è rappresentato dalle celebrazioni eucaristiche d’oggi, dall’alba al tramonto.

In occasione di questa festa, particolarmente sentita tra gli operatori delle comunicazioni, il presidente del Pontificio consiglio per le Comunicazioni Sociali, l'arcivescovo Claudio Maria Celli, ha fatto pervenire un messaggio alle Chiese latinoamericane sottolineando che “la Chiesa non soccombe davanti al fascino della tecnologia per quanto attraente possa apparire ma, al tempo stesso, non ha paura di fronte ad un tale frutto della creatività umana, tanto meritorio di apprezzamento”. Mons. Celli ricorda in particolare gli operatori, uomini e donne, "che servono la Chiesa con il carisma della comunicazione", come nel caso della RIIAL (Rete informatica della Chiesa in America Latina), nella cornice "della Missione continentale che orienterà radicalmente l’attività pastorale presente e futura delle nostre comunità". La Chiesa con il recente Sinodo sulla Parola di Dio - sottolinea inoltre mons. Celli - ha vissuto un momento molto importante, poiché ci è stato ricordato che "Dio si è rivelato pienamente a noi come Amore in Cristo". "Ogni missione evangelizzatrice – aggiunge - è comunicazione come d’altronde lo è la Chiesa stessa". "Tutti, in quanto discepoli e missionari, devono essere esperti comunicatori della Parola che abbiamo ricevuto nei nostri cuori". Il presule ricorda poi i numerosi e vertiginosi cambiamenti delle tecnologie della comunicazione, che abbassano i costi e avvicinano alla gente comune strumenti di comunicazione di facile uso. "È urgente – ha osservato - includere in questo dialogo coloro che sono esclusi"; si deve agire "come ponti fra generazioni" avvicinando coloro che sono nati e cresciuti “nel mondo della parola e del testo” a coloro chiamati “nativi digitali”, che essendo persone dell’era del computer e delle tecnologie informatiche capiscono con più difficoltà il pregresso modo di comunicazione.

Mons. Celli ribadisce quindi quanto sia opportuno e tempestivo il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata delle comunicazioni sociali 2009 intitolato: "Nuove tecnologie, nuove rapporti. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia". "Come seguaci di Cristo - conclude il messaggio dell’arcivescovo Claudio Maria Celli - noi centriamo l’attenzione sulle persone, sulle famiglie, sulle comunità e su tutto ciò che può favorirli nel cammino verso la pace, la giustizia, l’amore e l’incontro con Dio. E così, sull’esempio di San Paolo, grande comunicatore che usò i mezzi del suo tempo, assumiamo in modo adeguato la tecnologia. Ma in ogni singolo caso senza servilismo, con libertà e coraggio, comportandoci come (…) servitori dei nostri fratelli in questa nuova cultura. (…)" Siamo chiamati, a "deporre il Signore Gesù Cristo nel cuore della società e dell’informazione". (A cura di Luis Badilla)







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