Garanzie del governo indiano per il Natale in Orissa ma si teme anche per il Karnataka
Il governo indiano si è impegnato a garantire la sicurezza per i cristiani in Orissa
dopo le violenze verificatesi lo scorso anno a Natale e durante gli ultimi mesi. L’assicurazione
– riferisce il quotidiano Avvenire – è giunta dal ministro federale dell’Interno nel
corso dell’incontro con la delegazione cattolica guidata dall’arcivescovo di Delhi,
mons. Vincent Michael Concessao. Il governo ha ordinato la protezione delle proprietà
dei cristiani e la garanzia di incolumità della popolazione. I vescovi locali però
ricordano che sono ancora migliaia gli sfollati ospitati nei campi governativi del
distretto di Kandhamai o anche in località distanti dai luoghi d’origine. Inoltre
i presuli denunciano l’atteggiamento dei gruppi indù che favoriscono il rientro degli
sfollati solo attraverso la riconversione all’induismo. Un’opzione che già in molti
hanno accettato. Ma gli assalti a chiese e l’uccisone di fedeli non è un problema
solo dell’Orissa. Il 9 dicembre l’All Indian Christian Council (Aicc) ha presentato
un rapporto sulle violenze contro le comunità cristiane dello Stato del Karnataka.
L’organizzazione impegnata per la salvaguardia della libertà religiosa e l’emancipazione
dei dalit ha registrato 48 atti gravi di violenza nel periodo tra agosto e ottobre.
Gli atti di vandalismo contro le chiese e le abitazioni di cristiani - riferisce l'agenzia
AsiaNews - sono state 39; le persone ferite 53. I fatti hanno interessato 14 dei 29
distretti dello Stato. Il più colpito quello di Dakshina Kannada dove sono una trentina
gli edifici di culto e i luoghi di preghiera che hanno subito attacchi. Tra questi,
il rapporto di Aicc segnala 11 chiese cattoliche e 19 sale di incontro appartenenti
a varie denominazioni cristiane. In occasione della presentazione del rapporto sulle
violenze nel Karnataka, Joseph D’souza, presidente di Aicc, ha commentato la conclusione
del processo ribattezzato “Deendar Church bombers”. Il 29 novembre sono state infatti
riconosciute colpevoli 23 persone responsabili delle attentati esplosivi avvenuti
nel 2000 contro diverse chiese in Karnataka, Andra Pradesh, Maharashtra e Goa. D’souza
ha commentato il fatto dicendo “Dopo otto anni è stata fatta giustizia contro chi
ha colpito i luoghi di culto cristiani. Speriamo sinceramente che la sentenza del
Karnataka incoraggi le autorità statali nel promuovere rapide indagini e chiamare
in giudizio i colpevoli delle violenze contro le proprietà dei cristiani, i pastori,
i laici e specialmente le donne. (B.C.)