Il Curato d'Ars, "esempio profondo di amicizia con Dio": padre Nault parla del 150.mo
dalla morte di San Giovanni Maria Vianney
La cittadina francese d’Ars è in festa per le celebrazioni giubilari del 150.mo anniversario
della morte del Santo Curato d’Ars, al secolo Giovanni Maria Vianney. Un evento ricordato
anche da Benedetto XVI, all’Angelus di domenica scorsa. Nato nel 1786 e morto nel
1859, il Curato d’Ars è stato proclamato Patrono dei parroci da Pio XI. Il servizio
di Isabella Piro:
La sua
profonda umiltà lo fece sentire sempre inadeguato a svolgere il ministero sacerdotale.
Eppure, San Giovanni Maria Vianney riuscì a convertire moltissime persone solo con
il suo esempio di vita. Non correva a fare proseliti, ma si inginocchiava davanti
al tabernacolo e pregava. Anche se non aveva avuto modo di seguire regolarmente gli
studi, il Curato d’Ars sapeva ascoltare e condividere le sofferenze e le miserie dell’umanità:
arrivava a restare nel confessionale anche 14 ore al giorno. Quando morì, il 4 agosto
del 1859, era consumato dalla fatica. Nel 1925, Pio XI lo elevò agli onori degli altari
e quattro anni dopo lo proclamò Patrono dei parroci. Ma cosa rappresenta, per l’uomo
di oggi, San Giovanni Maria Vianney? Ci risponde il Rettore del Santuario del Santo
Curato d’Ars, padre Jean-Philippe Nault:
“Per
i sacerdoti è come un fratello, un fratello cui ispirarsi. Per tutti è lui che rappresenta
la chiamata alla santità. La prima cosa che abbiamo avuto, quando il Santo Curato
d’Ars è arrivato qui, sono le parole da lui dette ad un ragazzo: “Io ti mostrerò il
cammino del cielo”. Penso, soprattutto durante questo Giubileo, che vi sia una chiamata
tanto alla conversione quanto all’accoglienza della misericordia di Dio, e dunque
una chiamata alla santità”.
“Questo è il bel compito dell’uomo: pregare
e amare”, diceva il Curato d’Ars, vedendo in questi due gesti “la felicità dell’uomo
sulla terra”. Ma cosa resta di questo insegnamento? Ancora padre Nault:
“Resta
esattamente lo stesso di oggi: amare gli altri, adorare nel senso di riconoscere che
senza Dio non possiamo fare niente, ma che con Lui tutto è possibile. Il Santo Curato
d’Ars diceva: 'L’uomo è un povero che deve chiedere tutto a Dio e Dio dà tutto'. Essere
santi, dunque, accogliere la santità che Dio ci dà”.
Come ricorda spesso
Benedetto XVI, il sacerdote appartiene alla schiera degli amici di Cristo. Un’amicizia
che richiede ogni giorno un impegno per il quale San Giovanni Maria Vianney rappresenta
una valido esempio:
“Lui diceva che la preghiera è un’amicizia con
Dio. Un’amicizia: dunque, qualcosa di molto intimo, pieno di amore. Penso che il Santo
Curato d’Ars come patrono di tutti i parroci sia questo esempio di amicizia profonda,
vera, con Dio, un’amicizia che si ingrandisce con la preghiera, con l’eucaristia e
tutti i sacramenti, e specialmente con il sacramento della riconciliazione”.