2008-12-10 20:18:10

"Diritti fragili se non fondati su Dio". Così il Papa nel 60° della Dichiarazione dei diritti dell'uomo


“Un altissimo punto di riferimento del dialogo interculturale sulla libertà e sui diritti dell’uomo” così il Papa ha definito la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo a conclusione di un concerto in Aula Paolo VI nell’ambito di un pomeriggio commemorativo dei 60 anni della Carta, organizzato in Vaticano. “Quando viene meno il riconoscimento del diritto alla vita e alla libertà religiosa, anche il rispetto per gli altri diritti vacilla” ha detto intervenendo il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il servizio è di Paolo Ondarza. RealAudioMP3


 Giovanni Paolo II ha definito la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”. Per Benedetto XVI è stata “un passo decisivo nel difficile e impegnativo cammino verso la pace e la concordia”. La Chiesa ha sempre ritenuto i diritti umani come l’espressione della trascendente dignità della persona, amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo. Tali diritti - ha affermato Benedetto XVI - sono fondati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e non sono affidati a semplici accordi o a mutevoli opinioni: diventerebbero diritti deboli o diritti selettivi, sottoposti all’arbitrio dei più forti. Devono invece valere per tutti e sempre. Ma per un bilancio dei 60 anni della Dichiarazione ascoltiamo il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre: RealAudioMP3

R. - Il bilancio è fatto di luci e, ahimè, anche di ombre. Di luci, innanzitutto, perché certamente questi 60 anni hanno significato la crescita a livello planetario nella coscienza di tutti della esistenza dei diritti inviolabili, dei quali ogni uomo è portatore in ragione della sua dignità fondamentale, e della necessità che questi diritti siano tutelati, siano garantiti e non siano lesi. Secondo aspetto di un bilancio positivo è quello che nasce dal fatto che, certamente, la pratica dei diritti umani si è allargata a livello mondiale. Ma come dicevo, vi sono anche delle ombre, perché in 60 anni non dappertutto si è riusciti a far affermare in concreto, e non solo in teoria, il rispetto di questi diritti umani.

D. - Oggi si assiste ad una evoluzione del concetto di diritti umani, una sorta di nuova ideologia dei diritti che vorrebbe reinterpretarli sulla base di scelte soggettive o interessi utilitaristici…

R. - Questo è un altro pericolo che avanza all’orizzonte e che è soprattutto un pericolo che viene dalla cultura occidentale, una cultura individualistica estrema e relativistica: l’assurgere di ogni diritto al rango di diritti fondamentali o, addirittura, di ogni interesse, o addirittura ancora, di ogni desiderio. Ogni desiderio diventa un diritto fondamentale. Questo è un modo di svuotare la categoria dei diritti fondamentali, di indebolirli, perché evidentemente non tutte le posizioni giuridicamente rilevanti hanno però la stessa forza ed esigono lo stesso livello di tutela. E non tutti i desideri sono, per così dire, giuridicamente da tutelare, da riconoscere.

D. - Per la Chiesa, il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, dal concepimento. Ma chi non ha voce sembra non poterlo reclamare, tanto che oggi c’è chi vuol fare dell’aborto un diritto…

R. - Questo è davvero un aspetto singolare della nostra cultura che manifesta delle schizofrenie. Da un lato, ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti degli animali, dall’altro lato ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti delle generazioni a venire. E tuttavia non ci preoccupiamo dei diritti di chi è già stato concepito, non è ancora nato, ma è già in vita, è già un individuo, ha già una sua identità: ha necessità, proprio perché più debole fra tutti, di essere più difeso rispetto a tutti quanti gli altri.

 D. - La violazione del diritto alla libertà religiosa è in crescita oggi...

R. - La libertà religiosa è un terreno estremamente delicato, perché la libertà religiosa è storicamente, ma direi anche logicamente, la madre di tutte le libertà, e quindi di tutti i diritti fondamentali di libertà.

D. - La Chiesa, anche grazie ad una certa disinformazione, è stata accusata recentemente riguardo il no alla proposta francese sulla depenalizzazione dell’omosessualità: eppure, in pochissimi hanno saputo riferire che la Chiesa sostiene la depenalizzazione dell’omosessualità, ma è contraria solo a quegli articoli che aprono alle unioni gay e alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Un suo commento…

R. - In questo caso, davvero, bisogna distinguere reato e peccato, profilo etico e profilo giuridico. E’ evidente, d’altra parte, la preoccupazione della Santa Sede che ci si possa servire del grimaldello dei diritti umani per una degenerazione ideologica degli ordinamenti giuridici degli Stati e della stessa democrazia.
 







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