2008-12-10 12:44:36

Commemorazione in Vaticano per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo


Sessant’anni fa, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. E oggi pomeriggio, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, si svolgerà una solenne commemorazione dell’evento che inizierà con un momento di riflessione cui parteciperanno il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e Pace, e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavía. Seguirà l’assegnazione dei Premi in memoria del cardinale Van Thuan e un concerto, alla presenza del Papa, diretto dalla spagnola Inma Shara. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

Giovanni Paolo II ha definito la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”. Per Benedetto XVI è stata “un passo decisivo nel difficile e impegnativo cammino verso la pace e la concordia”. La Chiesa ha sempre ritenuto i diritti umani come l’espressione della trascendente dignità della persona, amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo. Tali diritti - ha affermato Benedetto XVI - sono fondati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e non sono affidati a semplici accordi o a mutevoli opinioni: diventerebbero diritti deboli o diritti selettivi, sottoposti all’arbitrio dei più forti. Devono invece valere per tutti e sempre. Ma per un bilancio dei 60 anni della Dichiarazione ascoltiamo il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre:
 
R. - Il bilancio è fatto di luci e, ahimè, anche di ombre. Di luci, innanzitutto, perché certamente questi 60 anni hanno significato la crescita a livello planetario nella coscienza di tutti della esistenza dei diritti inviolabili, dei quali ogni uomo è portatore in ragione della sua dignità fondamentale, e della necessità che questi diritti siano tutelati, siano garantiti e non siano lesi. Secondo aspetto di un bilancio positivo è quello che nasce dal fatto che, certamente, la pratica dei diritti umani si è allargata a livello mondiale. Ma come dicevo, vi sono anche delle ombre, perché in 60 anni non dappertutto si è riusciti a far affermare in concreto, e non solo in teoria, il rispetto di questi diritti umani.
 
D. - Oggi si assiste ad una evoluzione del concetto di diritti umani, una sorta di nuova ideologia dei diritti che vorrebbe reinterpretarli sulla base di scelte soggettive o interessi utilitaristici…
 
R. - Questo è un altro pericolo che avanza all’orizzonte e che è soprattutto un pericolo che viene dalla cultura occidentale, una cultura individualistica estrema e relativistica: l’assurgere di ogni diritto al rango di diritti fondamentali o, addirittura, di ogni interesse, o addirittura ancora, di ogni desiderio. Ogni desiderio diventa un diritto fondamentale. Questo è un modo di svuotare la categoria dei diritti fondamentali, di indebolirli, perché evidentemente non tutte le posizioni giuridicamente rilevanti hanno però la stessa forza ed esigono lo stesso livello di tutela. E non tutti i desideri sono, per così dire, giuridicamente da tutelare, da riconoscere.
 
D. - Per la Chiesa, il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, dal concepimento. Ma chi non ha voce sembra non poterlo reclamare, tanto che oggi c’è chi vuol fare dell’aborto un diritto…
 
R. - Questo è davvero un aspetto singolare della nostra cultura che manifesta delle schizofrenie. Da un lato, ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti degli animali, dall’altro lato ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti delle generazioni a venire. E tuttavia non ci preoccupiamo dei diritti di chi è già stato concepito, non è ancora nato, ma è già in vita, è già un individuo, ha già una sua identità: ha necessità, proprio perché più debole fra tutti, di essere più difeso rispetto a tutti quanti gli altri.
 
D. - La violazione del diritto alla libertà religiosa è in crescita oggi...
 
R. - La libertà religiosa è un terreno estremamente delicato, perché la libertà religiosa è storicamente, ma direi anche logicamente, la madre di tutte le libertà, e quindi di tutti i diritti fondamentali di libertà.
 
D. - La Chiesa, anche grazie ad una certa disinformazione, è stata accusata recentemente riguardo il no alla proposta francese sulla depenalizzazione dell’omosessualità: eppure, in pochissimi hanno saputo riferire che la Chiesa sostiene la depenalizzazione dell’omosessualità, ma è contraria solo a quegli articoli che aprono alle unioni gay e alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Un suo commento…
 
R. - In questo caso, davvero, bisogna distinguere reato e peccato, profilo etico e profilo giuridico. E’ evidente, d’altra parte, la preoccupazione della Santa Sede che ci si possa servire del grimaldello dei diritti umani per una degenerazione ideologica degli ordinamenti giuridici degli Stati e della stessa democrazia.







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