Nel 2009 il Papa visiterà Montecassino, San Giovanni Rotondo e Viterbo
Montecassino, San Giovanni Rotondo, Viterbo: sono queste le destinazioni di tre visite
pastorali che Benedetto XVI compirà in Italia nel corso del 2009. L’annuncio è stato
fatto ieri, in contemporanea, nelle diocesi che accoglieranno il Pontefice nei prossimi
mesi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
San Benedetto,
San Pio da Pietrelcina e San Bonaventura: saranno all’insegna di questi tre grandi
Santi le visite pastorali di Benedetto XVI in Italia nel 2009. Si inizia il prossimo
24 maggio con Montecassino. Oltre all’abbazia benedettina, il Papa visiterà anche
il vicino cimitero polacco dove tanti soldati alleati persero la vita, nel 1944, tentando
di conquistare l’altura. Ai nostri microfoni, l’abate di Montecassino, dom
Pietro Vittorelli, testimonia la gioia di tutta la comunità benedettina:
R.
- L’entusiasmo è stato incontenibile. Devo dire che ho avuto tanti attestati di felicità,
di gioia. Oggi ancora continuano, perché questa visita arriva dopo 29 anni dall’ultima
visita di un Pontefice a Montecassino, e a 5 anni dall’ultima visita del cardinale
Ratzinger, che visitò Montecassino nel novembre del 2004. In quell’occasione, celebrò
una Messa per la Pontificia Accademia delle Scienze, e dopo pochi mesi venne eletto
Papa col nome di Benedetto.
D. – Sappiamo quanto,
Ratzinger cardinale prima e Benedetto XVI adesso, indichi proprio in San Benedetto
un modello da seguire, anche per l’Europa di oggi…
R.
– Ho incontrato l’ultima volta il Santo Padre il 20 settembre scorso a Castel Gandolfo.
Ho avuto la possibilità di ringraziarlo personalmente per la bellezza del discorso
che lui ha tenuto in Francia, al Collegio des Bernardines, un discorso tutto intessuto
di spiritualità monastica benedettina. Parlava agli uomini della cultura di Francia,
ma direi agli uomini della cultura europea. E richiamava il significato simbolico,
storico, forte, che hanno avuto i monaci benedettini nella costruzione della nuova
Europa. Certamente in questa visita, credo che il Papa vorrà ancora rivolgere una
parola al mondo monastico benedettino proprio per renderlo sempre più cosciente e
responsabile di questa missione che i monaci benedettini hanno, non solo in Europa,
ma nel mondo.
Il 21 giugno sarà la volta di San Giovanni
Rotondo, dove il Papa si recherà per pregare sulla tomba di San Pio da Pietrelcina.
La visita avviene in concomitanza con l’ostensione delle spoglie del Santo cappuccino.
Sentimenti di gratitudine al Papa vengono espressi, ai nostri microfoni, dall’arcivescovo
di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio:
R.
– Era un desiderio di tutta la comunità, ma soprattutto dell’immensa famiglia dei
devoti a vario titolo di San Pio. Ho visto ieri sera, dando l’annunzio nel Santuario
a San Giovanni Rotondo, la gioia di tutti, in particolare dei confratelli di San Pio,
i padri cappuccini. Perché è bello che il Papa sia tra noi? Perché il suo ministero
è quello di confermare i fratelli nella fede: noi abbiamo bisogno di sentirci, ancora
una volta, garantiti in questo impegno nella fede, che poi assume una particolare
caratteristica data la spiritualità e la santità di Padre Pio.
D.
– Il Papa sarà anche all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Quindi, un’occasione anche
d’incontro con chi soffre…
R. – Certo. L’ospedale
è la grande realizzazione della carità di San Pio, e il Papa verrà anche lì a dare
una parola di speranza e un incoraggiamento a quanti operano secondo l’idea di Padre
Pio, che ha fatto dell’ospedale un “tempio di preghiera e di scienza”.
La
terza visita pastorale, il 6 settembre, toccherà due cittadine laziali: Viterbo e
Bagnoregio. Anche la comunità dei fedeli della diocesi viterbese attende con gioia
la visita del Santo Padre. Ecco la testimonianza del vescovo di Viterbo, mons.
Lorenzo Chiarinelli:
R. – C’è stata una grande esplosione
di gioia. La comunità sente il bisogno di essere confermata nella fede. Questo incontro
con il Pastore supremo esprime il bisogno di esperienza di Chiesa e questo è molto
bello. Noi ci prepareremo lungo questa scia, non solo all’interno della Chiesa, ma
nel contesto del territorio. Le istituzioni civili hanno dato risonanza molto ampia
a questo avvenimento. La realtà culturale poi della Università, l’istituto teologico
che abbiamo aggregato al Sant’Anselmo, le realtà che vivono nel territorio sentono
fortemente il legame con il Successore di Pietro.
D.
– Il Papa sarà a Viterbo, ma anche a Bagnoregio… il richiamo immediato è a San Bonaventura...
R.
– Il Santo Padre ha cara la figura e l’opera di San Bonaventura, come studioso e come
teologo. A lui ha dedicato la sua tesi dottorale. E come il Papa era stato a Pavia
per Agostino, così mi aveva detto un giorno: “Bagnoregio sarà un punto di riferimento!”.