Il Papa: il dialogo interculturale e interreligioso è una priorità, ma non si ceda
al relativismo
Il dialogo è una priorità per l'Europa e la diversità è un dato positivo, ma non si
ceda al relativismo: sono alcuni dei concetti contenuti nel messaggio del Papa al
cardinale Jean-Louis Tauran e all’arcivescovo Gianfranco Ravasi che hanno promosso
nei giorni scorsi una Giornata di studio dedicata al tema: Culture e Religioni in
dialogo. Il messaggio è stato reso noto oggi. Benedetto XVI ha ribadito che le radici
cristiane dell’Europa sono vive anche se molti sembrano ignorarle. Il servizio di
Sergio Centofanti.
Il dialogo
interculturale e interreligioso è “una priorità per l’Unione Europea”: il Papa lo
dice con chiarezza. “La diversità – dunque - va accolta come dato positivo” ma “occorre
fare in modo che le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro,
ma desiderino anche riceverne un arricchimento”. Benedetto XVI
ribadisce che “l’Europa contemporanea … è frutto di due millenni di civiltà” e affonda
le sue radici sia nell'ingente e antico patrimonio di Atene e di Roma sia, e soprattutto,
nel fecondo terreno del Cristianesimo, che si è rivelato capace di creare nuovi patrimoni
culturali pur recependo il contributo originale di ogni civiltà. Il nuovo umanesimo,
sorto dalla diffusione del messaggio evangelico, esalta tutti gli elementi degni della
persona umana e della sua vocazione trascendente, purificandoli dalle scorie che offuscano
l'autentico volto dell'uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Così, l'Europa
ci appare oggi come un prezioso tessuto, la cui trama è formata dai principi e dai
valori scaturiti dal Vangelo, mentre le culture nazionali hanno saputo ricamare una
immensa varietà di prospettive che manifestano le capacità religiose, intellettuali,
tecniche, scientifiche e artistiche dell’Homo europeus. In questo senso – scrive il
Papa - possiamo affermare che l'Europa ha avuto e ha tuttora un influsso culturale
sull'insieme del genere umano, e non può fare a meno di sentirsi particolarmente responsabile
non solo del suo futuro ma anche di quello dell'umanità intera”. “Proprio
in quest’ora, talvolta drammatica – prosegue il Papa - anche se purtroppo molti Europei
sembrano ignorare le radici cristiane dell'Europa, esse sono vive, e dovrebbero tracciare
il cammino e alimentare la speranza di milioni di cittadini che condividono i medesimi
valori”. “La Chiesa – ribadisce – deve entrare in dialogo”
con il “mondo pluralistico” in cui essa vive e i credenti devono essere “sempre pronti
a promuovere iniziative di dialogo interculturale e interreligioso, al fine di stimolare
la collaborazione su temi di interesse reciproco, come la dignità della persona umana,
la ricerca del bene comune, la costruzione della pace, lo sviluppo”. Ma “per essere
autentico, un tale dialogo deve evitare cedimenti al relativismo e al sincretismo
ed essere animato da sincero rispetto per gli altri e da generoso spirito di riconciliazione
e di fraternità”. Benedetto XVI incoraggia “quanti si dedicano alla costruzione di
un'Europa accogliente, solidale e sempre più fedele alle sue radici” e invita “i credenti
affinché contribuiscano non solo a custodire gelosamente l'eredità culturale e spirituale
che li contraddistingue e che fa parte integrante della loro storia”, ma a ricercare
“vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contrassegnano l'epoca
post-moderna”: tra queste, “la difesa della vita dell'uomo in ogni sua fase, la tutela
di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo giusto
e solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso”.