I funerali di Alessio II a Mosca. Presente una delegazione vaticana
Mosca si è fermata ieri per rendere l’ultimo, commosso saluto ad Alessio II, il Patriarca
di Mosca e di tutte le Russie morto venerdì scorso all’età di 79 anni. Ai funerali
hanno partecipato migliaia di fedeli, le più alte cariche dello Stato, la delegazione
vaticana, guidata dal cardinale Walter Kasper, e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
I. Dalla capitale russa, il servizio di Giuseppe D’Amato:
Alessio II
riposa nella cattedrale dell’Epifania al fianco di altri Patriarchi della Chiesa ortodossa
russa. Questa era la sua volontà, che è stata rispettata. Stamani, alle 8, è iniziata
la liturgia funebre officiata dal metropolita Kirill, attualmente reggente della Chiesa
di Mosca. Migliaia erano le persone alla Cattedrale di Cristo Salvatore, oltre alle
delegazioni ufficiali; quella vaticana era guidata dal cardinale Kasper, presidente
del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, accompagnato
dal cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito di Giustizia e Pace, dall'arcivescovo
Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa, da padre
Milan Žust, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani,
e da mons. Ante Jozić, segretario di nunziatura a Mosca. La bara scoperta,
con le spoglie mortali del Patriarca, era in posizione centrale; un fazzoletto bianco
- come vuole la tradizione - era stato posto sul viso di Alessio, che nella mano destra
teneva una croce di legno. Un requiem è stato letto dal Patriarca di Costantinopoli,
Bartolomeo. Il metropolita Kirill, in una breve omelia, ha sottolineato la grave perdita
per la scomparsa di Alessio e i suoi grandi meriti nella rinascita della Chiesa ortodossa
dopo il comunismo: migliaia di chiese sono state costruite. I funerali sono stati
trasmessi in diretta su tutte le principali televisioni federali; le telecamere si
sono spesso soffermate su una donna vestita umilmente, che piangeva tenendo in mano
una foto di Alessio. Quattro cori hanno cantato insieme creando un clima suggestivo.
Grande commozione durante il suono di una campana a morto; il feretro ha successivamente
lasciato la cattedrale di Cristo Salvatore, per raggiungere quella dell’Epifania per
l'inumazione, in una Mosca blindata, con migliaia di poliziotti per le strade. Il
centro della capitale è rimasto chiuso al traffico per ore. Ma
come vivono gli ortodossi russi la scomparsa di Alessio II? Adriana Masotti lo ha
chiesto a padre Alessio Yastrebov, parroco della chiesa delle Sante Donne
Mirofore a Venezia:
R. – Certo
sono sentimenti di grande lutto, quelli che vivono non soltanto i fedeli ortodossi,
praticanti, ma anche i cittadini semplici, che magari non sono tanto praticanti e
magari non sono neanche ortodossi. Sua Santità è riuscito in questi 18 anni a stabilire
dei rapporti molto amichevoli con le altre comunità cristiane e non cristiane. Certamente
c’è anche un sentimento di grande serenità, perché per un cristiano non c’è la morte,
per un cristiano c’è sempre continuazione, e in questo senso noi tutti siamo adesso
uniti in preghiera, tutte le comunità, sia all’estero che in patria, per l’anima del
defunto Patriarca. D. – Per che cosa il Patriarca Alessio II
sarà ricordato in modo particolare? R. – Il tempo del suo Patriarcato
è stato molto difficile da tutti i punti di vista: è stato un periodo di passaggio.
Quindi, lui ha dovuto guidare la Chiesa in tempi difficilissimi, quando sono cambiati
i governi, i presidenti, quando la struttura dello Stato è cambiata, quando c’è stata
una svalutazione del rublo incredibile. Ma dal punto di vista della libertà religiosa
sono stati tempi eccezionali, e Sua Santità è riuscito a mobilitare le risorse della
Chiesa, è riuscito a portare ad un livello molto alto l'istruzione religiosa, in
modo tale che adesso abbiamo più di 30 seminari, abbiamo accademie, università teologiche.
E poi sono stati completamente rivisti i rapporti con il potere: adesso la Chiesa
è molto indipendente. Quindi, Sua Santità ha portato ad una grande rinascita della
Chiesa russa.