Concerto del Coro Santa Cecilia di Firenze nella Basilica di San Paolo fuori le Mura
Le invocazioni in slavo antico “Signore pietà”, “Gloria a Dio”, “Dio ti ringraziamo”
della tradizione liturgica bizantina sono echeggiate ieri sera nella Basilica Papale
di San Paolo fuori le Mura, tempio privilegiato in quest’Anno Paolino dell’impegno
ecumenico della Chiesa, all’inizio del concerto di musica sacra del Coro Santa Cecilia
di Firenze. Composto da cantori di alta professionalità e da solisti di grande bravura,
ha infatti aperto il programma con due composizioni (“Alleluja” e “Inno al sorgere
del sole”) del suo direttore, il maestro Alessandro Benassai, su testi della Divina
Liturgia di San Giovanni Crisostomo. Sempre del suo direttore gli altri brani eseguiti,
la maggior parte dei quali ispirati a testi tratti dalla Sacra Scrittura ( “Te Deum”,
“Ave Maria”, “Missione Universale”, “Salmo 110”, “Salmo 150”); ma uno, che ha avuto
particolare successo, “Vergine Madre”, composto sulla preghiera di San Bernardo alla
Vergine del 33.mo Canto del Paradiso dantesco; ed uno infine, “Il Santo” di ispirazione
paolina. Opere tutte, dice il maestro Benassai, “concepite secondo i canoni della
musica sacra… e la cui esecuzione avviene secondo il ritmo libero, come vuole la tradizione
che risale a Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno”. Alle composizioni, ricche di sonorità
ed espressività liriche, impeccabilmente eseguite, è stato tributato un caloroso successo
dalle più di mille persone presenti nel Transetto. L’Arciprete della Basilica, cardinale
Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, si è alla fine complimentato con il compositore-direttore
maestro Benassai, e con tutti gli interpreti, in particolare con le voci soliste,
soprani Debora Beronesi e Cecilia Casagni, il tenore Sergio Puccim, il baritono Giancarlo
Gelli e il basso Mauro Martini. Fra gli ultimi eventi dell'Anno Paolino nella Basilica
Ostiense da segnalare la commemorazione da parte della "Famiglia Idente" - istituzione
di vita consacrata diffusasi dalla Spagna in molte nazioni di Europa, Asia, Africa
e delle Americhe - del quarto anniversario della chiamata alla Casa del Padre del
suo fondatore Fernando Rielo Pardal ( 1923-2004). La Messa solenne presieduta dal
cardinale Camillo Ruini ha riunito quasi un centinaio di sacerdoti, fra cui il presidente
degli "Identes" padre Jesús Fernández Hernández. E’ stata quasi una “prova generale”
della celebrazione dei 50 anni della "Famiglia Idente" che, con la riunione di quasi
tutti i suoi membri, comincerà il 25 giugno prossimo sempre vicino al Sepolcro dell'Apostolo
delle Genti, quando l’Anno Paolino starà per concludersi. Questo legame con San Paolo emerge
dal suo carisma, quello appunto di vivere e trasmettere il Vangelo. “Idente” è un
sillogismo dell’imperativo spagnolo “Id” (andate) che, con la desinenza del participio
latino, è diventato appunto “Identes”, coloro che vanno nel mondo per annunziare il
Vangelo. La "Famiglia Idente" nasce dall’ “Istituto Id di Cristo Redentore, Missionari
e Missionarie Identes” fondato da Fernando Rielo Pardal ed oltre che operare nel
mondo giovanile e universitario, “chiama ad aspirare alla santità gli sposi, in virtù
della dignità propria del sacramento del matrimonio che Cristo conforma ad esempio
della sua mistica unione con la Chiesa". (A cura di Graziano Motta)