I fedeli del Bangladesh vivono il periodo dell’Avvento recitando e cantando con fede
la preghiera del Rosario, racconta all’agenzia Fides il missionario Saveriano padre
Silvano Garello. “In Bangladesh – dice il religioso – tra i canti del repertorio religioso
quelli dedicati a Maria sono tra i più carichi di fede e di entusiasmo. Il Rosario
è la preghiera che ci aggancia alla Trinità e ci immerge nel Vangelo. Questo è il
posto di onore di Maria. Per questo suggeriamo alla gente che recita il Rosario nelle
proprie case di tenere davanti ai loro occhi una Bibbia aperta, di esporre un’icona
mariana e di accendere una candela. La devozione alla Madonna sta nel cuore del cristianesimo
ed è molto forte nella comunità dei fedeli bengalesi, come si vede in questo periodo
di Avvento”. Dalla preghiera al canto, il passo è stato breve: “In questo contesto
– continua – è nato in me il desiderio di far cantare il Rosario, per permettere a
ogni cristiano di entrare nella storia della salvezza con lo sguardo e il cuore di
Maria. L’animo bengalese ha una spiritualità canora. Il sigillo di una devozione popolare
lo si trova quando essa è consacrata dal canto”. Per questo il missionario si è rivolto
ad un compositore bengalese cristiano, Clement Nanok Das, con il progetto di dare
una cornice musicale alla preghiera del Rosario. Gli ha consegnato la lettera apostolica
sul Rosario di Papa Giovanni Paolo II, suggerendo tre piste poetico-musicali: l’enunciazione
del mistero nel suo significato centrale; un pensiero di meditazione; una invocazione
lirica a Maria. È nato così un libretto che accompagna i fedeli nella preghiera e
due CD che insegnano a cantare le parti musicate: “Dopo questa introduzione, le dieci
Ave Marie diventano immersione spontanea nel mistero pregato e contemplato”, sottolinea.
“Il CD, lanciato dal Centro Catechistico Nazionale di Jessore, sta avendo un buon
successo nelle parrocchie. È un nuovo stimolo alla creatività liturgica. Io credo
che anche Maria sia felice dei nostri canti che, alla fine, sono un commento alle
sue parole di congedo: Fate quello che vi dirà’’, conclude padre Silvano. (V.V.)