Mons. Mamberti all’Osce: i diritti umani siano non solo proclamati ma anche rispettati
L’intolleranza verso i cristiani, l’eliminazione degli armamenti, la difficile situazione
nel Caucaso, la piaga del traffico di esseri umani: sono alcuni dei temi forti toccati
dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati,
nell’intervento al 16.mo Consiglio ministeriale dell’Osce, tenutosi in questi giorni
ad Helsinki. Il presule ha inoltre esortato gli Stati che fanno parte dell’Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione Europea a prestare attenzione all’attuale crisi
economica-finanziaria. Il servizio di Alessandro Gisotti: A
60 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, la Chiesa
cattolica “lotta per garantire che i diritti umani non vengano soltanto proclamati,
ma anche rispettati”. E’ quanto ribadito al Consiglio ministeriale dell’Osce dall’arcivescovo
Dominique Mamberti che ha messo l’accento, in particolare, sul diritto alla libertà
religiosa. La Santa Sede, ha affermato, “richiede che sia rispettato universalmente
e guarda con preoccupazione ai sempre più frequenti episodi di violenza e ai costanti
atti di discriminazione e di intolleranza contro i cristiani e i membri di altre religioni”.
Ed ha aggiunto: “L'odio non può trovare giustificazione fra coloro che definiscono
Dio “nostro Padre”. Questo è un altro motivo per cui Dio non si può mai escludere
dall'orizzonte della persona umana e della storia”. “Il nome di Dio – ha ribadito
- è un nome di giustizia. È un appello urgente alla pace”.
Mons.
Mamberti ha quindi espresso la sua preoccupazione per il “deterioramento” di quelle
“condizioni di fiducia e di sicurezza che sono state la base di relazioni e negoziati
fra gli Stati”. Le crisi attuali nell’area Osce, ha precisato, “potrebbero portare
inevitabilmente al peggioramento della qualità della vita e delle aspettative legittime
dei cittadini di Stati sovrani”. In Georgia, ha avvertito il presule, “la situazione
nelle aree di conflitto e in quelle circostanti resta instabile”. La stagione invernale,
ha proseguito, “ha lanciato nuove sfide e la Santa Sede è particolarmente preoccupata
per il ritorno alle proprie abitazioni degli sfollati all’interno del Paese”. Ed ha
incoraggiato l’Osce nel suo impegno per “l’eliminazione dei rischi legati a eccessivi
stoccaggi di armamenti leggeri e di armi convenzionali, la sua lotta contro la proliferazione
delle armi di distruzione di massa e, non da ultimo, le sue iniziative nella lotta
al terrorismo”.
L’arcivescovo Mamberti ha quindi
esortato l’Osce a “prestare attenzione all’attuale crisi economica e finanziaria che
– ha detto – colpisce la vita di tutti, in particolare dei più vulnerabili”. Una parte
importante del discorso, è stata dedicata da mons. Mamberti alla “piaga del traffico
di essere umani”. Un fenomeno sociale, ha rilevato, “pluridimensionale”, “di povertà,
avidità, corruzione, ingiustizia e oppressione che si manifesta con lo sfruttamento
sessuale, il lavoro forzato, la schiavitù e il reclutamento di minori per il conflitto
armato”. Un fenomeno, ha proseguito, che ha anche cause economiche, politiche e socio-culturali.
D’altro canto, è stato il suo richiamo, “la globalizzazione e l’aumentato movimento
di persone possono anche rendere gruppi vulnerabili” come donne e giovani, “preda
più facile dei trafficanti” che non hanno alcun riguardo per la dignità della persona
umana. Né ha mancato di mettere in guardia dalla “banalizzazione della sessualità”
nei mass media che “conduce il declino dei valori morali e conduca al degrado di uomini
e donne e anche all’abuso dei bambini”. Mons. Mamberti ha quindi garantito il pieno
sostegno della Santa Sede "agli sforzi dell'Osce per eliminare la piaga del traffico
di persone, in particolare di donne e bambini, della prostituzione e del lavoro forzato".