Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica di Avvento la liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui Giovanni Battista invita a preparare la via del Signore che viene:
«Viene
dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare
i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in
Spirito Santo».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo,
don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:
(musica) Il
Signore aveva promesso, per bocca dei suoi Profeti, di inviare davanti a sé Elia a
preparargli la strada (cf. Ml 3, 23; Mt 11, 14). E così è avvenuto (Mc 1, 4: egeneto).
Giovanni è «quell'Elia» che si attendeva, ma che non si conosceva. Giovanni si presenta
in una veste anacronistica e ai margini dei luoghi importanti di elaborazione culturale
e di amministrazione politica: «nel deserto». L'anacronismo di Giovanni
rende evidente l'anacronismo del Dio che è Signore della storia. Quando il Signore
interviene nella vicenda umana non lo fa conformandosi ad essa, ma ponendo un nuovo
inizio (arche). Con Giovanni il Signore ricomincia, comincia un capitolo nuovo, e
il principio appare come decentrato. Nel presentare l'avvento di Giovanni, Marco scrive
così: «Inizio [arche] della buona novella di Gesù Cristo». Il nuovo inizio, dopo un
lungo tempo di assenza di profezia storica, è ora presente in Giovanni. La
via che Giovanni propone è battesimale: confessione dei peccati, penitenza, cambiamento
di vita. Tre modi dell'anacronismo divino. Tre modi per riprendere la via e accedere
alla novità che Dio prepara e, immancabilmente, compie. Non si può stare con Cristo
senza essere stati con Giovanni. Essere cristiani chiede quindi l'audacia di quell'anacronismo
che sempre inizia. (musica)