“Importanti i cristiani in Terra Santa” per il Jerusalem Institute for Israel Studies
“È interesse israeliano - e nostro obbligo in quanto israeliani - prendersi cura e
sostenere la presenza cristiana e francescana, il loro contributo economico in campo
turistico e quello nel campo della ricerca archeologica nel Paese”. Lo ha detto Amnon
Ramon, del Jerusalem Institute for Israel Studies (Jiis), nel corso di una giornata
di studio dedicata alla Custodia di Terra Santa promossa martedì scorso dal Centro
per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme, in collaborazione con l’istituto
culturale Yad Ben Zvi. “Dagli Accordi di Oslo del 1993 in poi, e particolarmente negli
ultimi anni – ha spiegato Ramon al Sir - si è verificato un cambiamento significativo
tra Custodia, da un lato, e Israele ed ebrei dall’altro. La Custodia ha numerose sfide
da affrontare: cura delle scuole e delle comunità cristiane, ma anche dei molti religiosi
che operano all’interno della Custodia”. Sfide che chiamano una collaborazione anche
da parte israeliana. Nel suo saluto agli oltre 200 partecipanti alla giornata, tutti
israeliani impegnati nel campo dell’educazione, padre Pierbattista Pizzaballa, Custode
di Terra Santa, ha illustrato le attività della Custodia, descrivendo anche la cooperazione
con le autorità politiche israeliane e palestinesi e sottolineando la dedizione dei
francescani verso la popolazione locale e la loro preoccupazione per la gestione dei
santuari e la promozione dei pellegrinaggi. (V.V.)