Il cardinale Bertone a Venezia: nella Chiesa la vera forma di rappresentanza è
la testimonianza
“L’efficienza è un valore umano che non può essere semplicemente trasposto in ambito
ecclesiale”, perché “la forza della proposta cristiana non dipende da una sapienza
umana”: è quanto sottolineato, ieri a Venezia, dal cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone. L’occasione dell’intervento è stato il “Dies Academicus” dello Studium
Generale Marcianum, coinciso quest’anno con l’inaugurazione della Facoltà veneziana
di Diritto Canonico San Pio X. Nella prolusione intitolata “Chiesa e democrazia: analogia
e differenze”, il cardinale Bertone ha ribadito che “ogniqualvolta il fedele vede
l’opportunità o la necessità di esprimere il suo pensiero intorno a una questione
che riguarda la vita della Chiesa ha diritto e dovere di farlo”. Per quanto riguarda
i rapporti tra i laici e la gerarchia ecclesiale, ha aggiunto, nella Lumen Gentium
“viene espressamente raccomandato ai sacri pastori di servirsi volentieri del prudente
consiglio dei laici, di considerare attentamente le loro richieste e i loro desideri”.
Tuttavia,
ha precisato il segretario di Stato vaticano, “la fede non è un fatto che può essere
deciso volontaristicamente con criteri politici, la fede può essere solo constatata
ed è integrale solo se è vissuta”. Ed ha aggiunto: “La traduzione più corretta del
concetto di rappresentanza è perciò in sede ecclesiale quello della testimonianza”.
D’altro canto, “anche la democrazia, come ogni sistema costituzionale è una struttura
di potere, che si pone perciò, lo si voglia o no, al pari di ogni sistema di governo,
essenzialmente in termini di ripartizione di potere”. Ma tale dinamica del potere,
“se trasportata nell'ambito ecclesiale, non può non diventare radicalmente equivoca,
perché nella Chiesa il rapporto strutturale tra la gerarchia e il resto del popolo
di Dio non può mai essere posto in termini di ripartizione di potere”. “Il problema
– ha detto ancora – non può essere posto né in termini ideologici di lotta di classe,
né in quelli più tipicamente politici dell'equilibrio delle forze”. (A.G.)