Colera in Zimbabwe. Il cardinale Lozano Barragán: situazione gravissima
Sempre critica la situazione in Zimbabwe. Oltre all’epidemia di colera anche sul fronte
politico si riaccende la tensione per l’annuncio di nuove elezioni entro due anni
se fallirà l’accordo di spartizione del potere tra governo e opposizione. Il segretario
di Stato americano Condoleezza Rice, che ha definito i negoziati “una farsa”, ha invitato
il presidente Mugabe a dimettersi. Intanto il bilancio delle vittime del colera è
salito a 575 morti. Sono più di 12 mila le persone contagiate e l’epidemia rischia
di propagarsi al Sudafrica. Solo ieri Mugabe aveva decretato l’emergenza nel Paese,
chiedendo anche aiuto alla comunità internazionale vista l’inefficienza degli ospedali
e la mancanza di acqua potabile. A lanciare l’allarme anche il cardinale Javier
Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute,
intervistato da Romilda Ferrauto: R. – La speranza
di vita è di 30 anni, a causa della mancanza di medicine, di equipe e servizi medici,
di infermieri e di tutto quello che riguarda la salute. Gli ospedali pubblici e le
cliniche sono ormai chiusi. La morte si allarga in maniera esponenziale. L’unico ospedale
di maternità presente nella capitale è chiuso. Vedendo le cose così disperate per
i nostri fratelli in Zimbabwe, il nostro Pontificio Consiglio, che ha una fondazione
che si chiama “Il Buon Samaritano” per i malati di Aids, ha donato al Paese, attraverso
il nunzio, 10 mila dollari. Saranno forse una goccia in un oceano, ma almeno è qualcosa
visto che noi non siamo ricchi. Il nunzio può trasferire questa piccola somma alle
istituzioni sanitarie cattoliche per gli aiuti più urgenti. D.
– La situazione è veramente gravissima… R. – E’ gravissima,
però c’è un proverbio cinese che dice: “E’ meglio accendere un cerino, che maledire
l’oscurità”.