Allarme attentati in India. Sparatoria all'aeroporto di New Delhi
L’India torna a tremare. Dopo gli attacchi di Mumbai si moltiplicano gli allarmi attentati;
l’ultimo, poche ore fa, all’aeroporto di New Delhi, dove ci sarebbe stata una sparatoria
nel parcheggio di fronte al terminal degli arrivi. Da New Delhi, ci riferisce Maria
Grazia Coggiola:
Condoleeza
Rice ha dunque chiesto massima collaborazione al Pakistan: il presidente Zardari l’ha
assicurata. Sulle scelte politiche che si trovano ora a compiere le autorità di Islamabad,
ascoltiamo Elisa Giunchi, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi islamici all’Università
degli studi di Miliano:
R. - Zardari
affronta lo stesso dilemma che ha affrontato Musharraf: in questo senso, non possiamo
aspettarci risoluzioni molto rapide, nel senso che se dovesse mostrarsi eccessivamente
energico, apparirebbe ad una certa opinione pubblica interna, anche antiamericana,
eccessivamente supino agli interessi statunitensi. Se invece apparisse debole, si
alienerebbe un altro settore dell’opinione pubblica interna, soprattutto l’alleato
statunitense. Ma poi c’è da dire - ed è molto più importante: si parla di Zardari,
ma in realtà non bisogna dimenticarsi che Zardari agisce ancora sotto tutela delle
forze armate.
D. - L’intelligence americana teme che, dietro gli attentati
a Mumbai, ci sia anche il progetto di un golpe in Pakistan… R. - Le ipotesi sono
tantissime e hanno tutte un qualche appiglio con la realtà. È impossibile e non ho
veramente elementi - nessuno li ha, in verità, soprattutto tra gli osservatori esterni
- per dire quale sia la pista più probabile. Io credo che un colpo di Stato, in questa
fase, sia altamente improbabile. Sarebbe probabile se fosse sfidata l’autonomia, il
potere interno delle forze armate in Pakistan, ma non è la situazione che si presenta
attualmente in Pakistan. Non vi è alcun motivo, per le forze armate, di agire, perché
continuano a controllare certi settori decisionali, quindi non hanno motivo d’intervenire
direttamente alienandosi gli Stati Uniti.
D. - Il confronto nucleare, le
guerre per il controllo del Kashmir, ora la lotta al terrorismo. Come cambiano gli
equilibri geopolitici tra India e Pakistan, in questi mesi? R. - Io mi auguro
che il governo indiano abbia la saggezza di agire, sì, fermamente ma più che altro
dando spiegazioni anche sui problemi che si sono verificati a livello di comunicazione
interna, di intelligence indiana. E spero che continui il dialogo composito che è
nato da anni con il Pakistan, e che il Pakistan abbia la saggezza di indagare da parte
sua e eventualmente di agire contro persone tra le quali vi siano delle prove concrete
di coinvolgimento nei fatti di Mumbai.