Dopo il no del Granduca Henry alla Legge sull’eutanasia il Lussemburgo vuole cambiare
la Costituzione
Crisi istituzionale nel Lussemburgo dopo il rifiuto espresso lunedì scorso dal Granduca
Henry di firmare, per ragioni di coscienza, la legge sulla legalizzazione dell’eutanasia
nel piccolo Regno nel cuore dell’Europa. Il servizio di Roberta Gisotti.
Terremoto
nei vertici istituzionali del Lussemburgo dopo il ‘no’ del Granduca Henry, cattolico,
a sottoscrivere il testo che se approvato dal Parlamento, in seconda lettura entro
dicembre renderà legale l’eutanasia. Per ovviare al rifiuto del Granduca di legittimare
il provvedimento, come previsto dalla Costituzione del piccolo Stato retto da una
Monarchia costituzionale, il premier Jean-Claude Junker ha proposto di emendare la
Costituzione, cosicché il sovrano perda il suo potere di veto. Il premier Junker,
leader dei cristiano sociali, si era opposto anche lui alla legge sull’eutanasia,
quando in prima lettura nel febbraio scorso, aveva spaccato la Camera con 30 voti
a favore contro 26. Dopo una fase di attesa e serrate consultazioni, il premier –
che pure aveva parlato della questione con il Papa nell’udienza in Vaticano nel marzo
scorso – ha voluto così rispettare – a suo dire - la volontà del sovrano e pure gli
interessi del Paese. La modifica costituzionale dovrà ottenere il consenso di due
terzi del Parlamento. Il Lussemburgo abitato da 480 mila abitanti, per l’85 per cento
cattolici, sarà il terzo Paese europeo dopo Belgio ed Olanda a depenalizzare l’eutanasia
per i malati terminali, con gravi sofferenze fisiche e psichiche e senza prospettive
di miglioramento, con l’assistenza di almeno due medici e di un gruppo di esperti.
Il Granduca Henry, 50 anni, da otto sul trono del Lussemburgo, sposato con Maria Teresa
sua compagna universitaria, padre di 5 figli, non ha dunque ceduto alle pressioni
del Parlamento, confortato dalla fede, come mette in luce l’arcivescovo del Lussemburgo,
mons. Fernand Frank, al microfono di Hèlene Destombes:
R.
- Il Granduca, secondo la sua coscienza, non ha potuto firmare questa legge, e questo
non si è mai avverato, è la prima volta; il Granduca ha dimostrato in tal modo di
essere un uomo con dei principi, che agisce secondo la propria coscienza - la coscienza
dei cristiani - e credo che quella che il Granduca ha dato è una grande testimonianza.
Il primo ministro ha proposto una modifica della Costituzione: secondo l’articolo
34 della Costituzione, il Granduca sanziona e promulga le leggi. Adesso la modifica
consisterà nell’eliminare questo passaggio. E’ stato un sollievo, così la crisi istituzionale
è stata evitata; pensate, un piccolo Paese in un periodo di crisi finanziaria che
avrebbe potuto avere in più una crisi istituzionale.
D.
- Come avete reagito riguardo a questo gesto molto forte del Granduca, che cosa significa?
R.
- Per la prima volta il Granduca si è confrontato con questo problema; cioè, ci sono
delle leggi sull’economia, sul traffico… ma qui si tratta di una legge che mette in
gioco la vita umana.
D. - Com’è stato vissuto tutto
questo dibattito su questa legge che legalizza l’eutanasia in alcune condizioni?
R.
– Noi, come Chiesa, ci opponiamo; la Chiesa spera che la dignità umana venga rispettata
e che si possa morire nella vera dignità, stringendo la mano ad una persona, e non
morendo per mano di una persona.