Dalla Torre sulla depenalizzazione dell'omosessualità: "polemiche inconsistenti"
“Credo si stia montando una polemica inconsistente”: Giuseppe Dalla Torre, rettore
della Lumsa, commenta in questi termini all'agenzia Sir l’acceso dibattito seguito
alle dichiarazioni di mons. Migliore, osservatore della Santa Sede presso l’Onu, sull’iniziativa
per la "depenalizzazione universale dell'omosessualità" che la Francia, in quanto
presidente di turno dell’Ue, si appresterebbe a presentare all'Onu a nome dell’Unione.
“La Santa Sede – spiega il giurista - non è assolutamente contraria alla depenalizzazione
dell’omosessualità nei Paesi in cui quest’ultima costituisce ancora un reato, ma non
può esimersi da un giudizio etico e morale sul tentativo di alcuni, tramite questa
proposta, di portare in realtà avanti una certa ideologia a favore della teoria ‘gender’,
secondo cui la differenza tra uomo e donna non è biologica ma solo di carattere culturale,
e ciò costituisce un dato contrario all’evidenza e, soprattutto, un fattore potenzialmente
scardinante di alcuni istituti civili che hanno anche un fondamento etico, quali ad
esempio il matrimonio, fondato proprio sulla diversità di sesso dei due contraenti”.
“Questi – chiarisce Dalla Torre – i reali motivi della posizione della Santa Sede
che non sono affatto legati ad una presunta contrarietà, a torto attribuitale, all’abolizione
della pena di morte per gli omosessuali”. Per il rettore della Lumsa “la Santa Sede
vuole evitare che tale iniziativa costituisca uno dei tanti cavalli di battaglia con
cui i sostenitori della teoria ‘gender’ si propongono di scardinare norme e istituti
della società, erroneamente ritenuti rispondenti a posizioni culturali, mentre discendono
dalla realtà della natura”. “La violenta reazione all’intervento di mons. Migliore
- tra l’altro veicolata stranamente da buona parte della stampa che non si capisce
se non si renda contro delle conseguenze del suo operato o se cavalchi invece la stessa
tigre – dimostra che si è toccata la verità delle cose, cioè che i sospetti e le preoccupazioni
giustamente avanzati dall’osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite sono
ben fondati”. “Da condannare - per Dalla Torre – anche il malcostume di tanti media:
non rappresentare oggettivamente la realtà delle posizioni, pur facendo salvo il legittimo
diritto di critica, e avanzare interpretazioni dei fatti lontane dai fatti stessi,
contrasta con la deontologia professionale ma anche con la correttezza della dialettica
democratica”. Dalla Torre esprime quindi rammarico per “il rischio di deriva e di
degenerazione ideologica di istituzioni e organismi internazionali nati per garantire
i diritti dell’uomo”. “Compito della Chiesa, al quale per nessuna ragione essa può
venire meno – conclude -, è proprio quello di essere portatrice di un alto magistero
morale. Magistero che disturba molti quando riguarda le questioni della vita, della
persona e della famiglia, ma che riscuote approvazione e apprezzamento dagli stessi
soggetti quando la Santa Sede si pronuncia in materia di pace, sviluppo e giustizia
sociale”. (R.P.)