Argentina: incontro dei vescovi con il presidente Kirchner
“Si è trattato di un incontro sereno e positivo che è servito per distendere i rapporti
tra la Chiesa e il governo”. Così, l’altro ieri, il secondo vice-presidente dell’episcopato
argentino, mons. José María Arancedo, arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, ha
descritto e raccontato la riunione del 27 novembre scorso tra il presidente della
Repubblica, la signora Cristiana Fernández de Kirchner, e le autorità della conferenza
episcopale presieduta dall’arcivescovo di Buenos Aires, cardinale Jorge Mario Bergoglio.
“Il clima di conflitto che stava prendendo corpo squalificava il governo e danneggiando
il governo la medesima cosa accadeva con il Paese”, ha aggiunto mons. Aranceto presente
nell’incontro. Posso dire – ha detto - che il “presidente ha avuto un atteggiamento
sereno e di dialogo”. “Voler dialogare è stato un comportamento positivo poiché la
Chiesa cattolica non è un’organizzazione all’opposizione del governo, ma non è neanche
un’organizzazione a favore del governo”, ha ricordato l’arcivescovo di Santa Fe. Il
presule ha anche detto ai giornalisti che al Presidente è stata consegnata una copia
della recente dichiarazione conclusiva della Plenaria episcopale “Verso un bicentenario
nella giustizia e nella solidarietà”. La signora Fernández Kirchner ha dichiarato
di “conoscere e di aver già letto” il testo. Mons. Arancedo ha anche ricordato che
si è trovata un’ampia intesa sulla questione relativa all’esclusione sociale che implica
“le ferite della droga, della prostituzione, della violenza e della perdita di valori
della vita”. Lo stesso giorno, presso il forum “Da abitanti a cittadini”, il cardinale
Jorge Mario Bergoglio ha illustrato il documento dell’Episcopato ribadendo l’urgenza
di pensare “un progetto-Paese capace di tener conto di tutti. Non basta parlare di
inclusi ed esclusi, anche se è molto importante. Oggi la sfida è ancora più radicale:
occorre sapere chi sono coloro che entrano nel progetto e chi ne resta fuori”. Il
porporato ha rinnovato infine l’appello indirizzato ai laici perché assumano con coraggio
“la responsabilità del dialogo allo scopo di costruire consensi in favore del bene
comune”. “Qualcuno può pensare - ha concluso - che con questo dialogo si ‘perde’ tempo;
si ricordi però che si ‘guadagna’ la patria”. (L.B.)