Incontro di preghiera a Roma per Eluana Englaro: intervista con mons. Sgreccia
Si svolgerà questo pomeriggio a Roma, presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme,
un incontro di preghiera e riflessione dedicato a Eluana Englaro la donna in stato
vegetativo persistente da 17 anni, sulla cui vicenda giudiziaria si è espressa il
mese scorso la Corte Costituzionale italiana, autorizzando di fatto l’interruzione
della nutrizione e della idratazione che la tengono in vita. In attesa di ulteriori
sviluppi, molti fedeli si sono ritrovati nella Basilica romana per volontà della fondazione
“Ut vitam habeant” e dell’associazione “Donum Vitae” in collaborazione col Vicariato
di Roma. A presiedere l’iniziativa, mons Elio Sgreccia presidente emerito della
Pontificia Accademia per la Vita, che al microfono di Gabriella Ceraso così
spiega la ragione dell’incontro.
R. – Un incontro
di preghiera non è contro nessuno, è a favore del rispetto della vita. Il primo sussidio
che la comunità cristiana può offrire, è quello di rivolgersi al Signore della vita
che può assicurare la vicinanza anche là dove quella umana non può arrivare.
D.
– E’ anche questo un modo per non stare in silenzio?
R.
– Quando si ricorre a Dio, perché una persona sia salvata, sia rispettata, e perché
non passi mai surrettiziamente la morte attraverso la legge, questo è anche un monito
silenzioso.
D. – Un momento dunque di preghiera ma
anche un’occasione per riflettere?
R. – La preghiera
facilita la riflessione sul senso del dolore o della morte, sul senso della redenzione
perché il superamento di tutte le nostre fragilità, anche morali, spirituali, sta
nell’incontro con il Salvatore, morto e risorto. Naturalmente c’è anche una rinnovata
necessità di esprimere il rispetto per i sofferenti e rispetto del volere di Dio
sulla vita umana.
D. – Al punto in cui è arrivato
il caso di Eluana Englaro, ritiene che ancora ci siano delle alternative?
R.
– Non sono un esperto di legge, di possibilità di ricorsi, però non si deve mai disperare.
Se esiste una via attraverso la quale si possa fare un atto di sospensione di una
morte inflitta, perché di questo si tratta, credo si possa fare.