A Mosca presentato il libro del Papa “Gesù di Nazaret” tradotto in lingua russa
“Riflessione di un saggio su ciò che c’è di più importante nella vita, la scoperta
dell’autentico significato di Gesù Cristo”. Con queste parole la casa editrice russa
‘Azbuka’, conosciuta per le collane di autori classici e contemporanei, presenta la
traduzione in lingua russa del libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. Si tratta
di una “proposta importante – sottolinea il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore
Romano – in un Paese che, sulle orme delle dinamiche occidentali, appare segnato dalla
perdita di senso che caratterizza buona parte della cultura postmoderna”. Alla presentazione,
avvenuta ieri presso il Centro culturale Biblioteca dello Spirito, sono intervenuti,
tra gli altri, l’arcivescovo dell’arcidiocesi della Madre di Dio di Mosca, mons. Paolo
Pezzi, ed il nunzio apostolico nella Federazione Russa, mons. Antonio Mennini. “La
proposta del Papa - ha detto mons. Paolo Pezzi - porta in sé un aspetto di umiltà
e un aspetto di audacia: umiltà, perché il suo autore, senza curarsi troppo del proprio
ruolo ‘istituzionale’, accetta di esporsi al vaglio della ragione e delle critiche
dell’interlocutore. Audacia perché l’autore è convinto della fondatezza di ciò che
scrive, e perciò vuole, desidera correre il rischio di tale esposizione”. “Il Papa
ha aggiunto - ci offre innanzitutto un coraggioso esempio di ciò che significa essere
‘testimoni’ del Vangelo: l’annuncio di Cristo deve sempre più tornare a essere un
‘rischio’ personale, un ‘esporsi’ in prima persona al ‘giudizio’ e alla ‘critica’
del mondo”. La speranza che Benedetto XVI propone – ha poi affermato mons. Antonio
Mennini – non è altro che la speranza del desiderio umano preso sul serio nella sua
radice profonda, nel suo potente dinamismo che urge l’infinito”. “L’appello di Benedetto
XVI ad allargare la ragione – ha osservato il nunzio – costituisce una sfida a verificare
se la proposta del Cristo, vivo e presente nella sua Chiesa, risponde alla sete eterna
dell’uomo”: è solo la libertà della singola persona “che può trovare la risposta vera”,
da cui dipende la nostra felicità. Il rappresentante del patriarcato ortodosso russo,
don Igor Vyzhanov, ha sottolineato infine i rischi dell’era contemporanea: “Per i
cristiani di oggi che vivono nell’era della globalizzazione e della comunicazione
di massa - ha detto - vi è la tentazione di immergersi troppo nel contesto sociale
e politico”. Per quanti “si considerano discepoli di Cristo - ha spiegato - è importante
che si rendano conto” di una priorità: “il centro della vita cristiana deve essere
Cristo stesso”. (A.L.)