La Chiesa dell’America Latina ribadisce l’impegno per gli “ultimi” nella Pastorale
di Strada
La Chiesa sia più presente nei problemi della strada. È l’esortazione lanciata nel
documento finale del primo Incontro continentale latinoamericano e del Caribe della
Pastorale della Strada, svoltosi a Bogotà, in Colombia, nell'ottobre scorso. Nel testo
reso pubblico ieri dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti,
si afferma che la pastorale con le persone senza casa e sfruttate rappresenta uno
dei "segni dei tempi attuali" ai quali la Chiesa è "chiamata a dare risposta" se vuole
che l'evangelizzazione sia feconda. Il documento pone poi un accento speciale sulla
pastorale con le prostitute e i bambini di strada, e in generale con le persone che
subiscono sfruttamento.
"Il commercio di esseri umani, in particolare di donne,
minori, bambini e bambine, si è trasformato in un potente affare globale, il terzo
crimine più lucrativo a livello planetario", afferma il testo, e "anche se non si
tratta di un fenomeno nuovo" l'aspetto di novità è che "oggi è diventato, a livello
mondiale, un complesso commercio che approfitta della miseria e della vulnerabilità
delle sue vittime". Queste persone, osserva poi il documento, "si sono trasformate
nelle schiave del XXI secolo. Ingannate e gettate in strada, sono un esempio vivo
di un'ingiusta discriminazione contro di loro, imposta dalla società dei consumi".
Una delle barriere che bisogna abbattere è quella di riconoscere che queste persone
sono "vittime": “È fondamentale riconoscere che lo sfruttamento sessuale e la tratta
di esseri umani sono atti di violenza, soprattutto contro le donne, i minori, i bambini
e le bambine". Anche se varie organizzazioni ecclesiali stanno svolgendo un lavoro
"molto positivo", riconosce il documento, l'intervento della Chiesa e delle entità
governative "finora non è stato adeguato o sufficiente a raggiungere risultati migliori".
Un altro settore in cui la Chiesa ha espresso chiaramente la necessità di
incrementare la sua presenza è la pastorale con gli utenti della strada. "Le azioni
pastorali della Chiesa assumono con creatività, audacia ed entusiasmo il mondo degli
utenti della strada, soprattutto quelli che, per il loro lavoro, si trovano lontani
non solo dalla casa e dalla famiglia, ma anche dall'attenzione territoriale ordinaria
delle parrocchie". Tra le iniziative, si propongono "l'accoglienza nelle stazioni
di trasporto terrestre, campagne di educazione stradale e di prevenzione di incidenti,
i camion-cappella, la celebrazione dei sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione
alle fermate e nelle stazioni di servizio". "La Chiesa - conclude il documento - vuole
stare dove si trova e vive l'uomo, nella sua realtà, nella sua difficoltà, con le
sue gioie e le sue sofferenze". (A cura di Marco Guerra)