“Il nostro popolo e le nostre comunità, in quest’ora di cambiamenti e trasformazioni
culturali, politiche, sociali ed economiche sentono il bisogno di una nuova speranza
che possa dare a tutti il senso vero della vita e, soprattutto, forza e vigore alla
famiglia, spazio privilegiato per vivere la fede e l’impegno con la nostra società”.
Così, ieri, i vescovi dell’Ecuador nel comunicato conclusivo della loro assemblea
plenaria, iniziata lunedì scorso nell’isola di San Cristoforo nell’arcipelago delle
Galápagos. I presuli presentando la sintesi delle loro riflessioni durante la 124.ma
plenaria episcopale ricordano che si sono riuniti “per dare slancio all’evangelizzazione
del popolo ecuadoriano in sintonia con gli orientamenti della Conferenza di Aparecida
del terzo Congresso missionario americano”. In questi due eventi ecclesiali di grande
rilevanza gli episcopati latinoamericani e caraibici hanno messo al centro della pastorale
la Missione continentale e perciò, dicono i presuli dell’Ecuador, tocca ora anche
“a noi intraprendere la Missione nazionale” e perciò esortano tutti, presbiteri, religiosi,
religiose e laici, ad aprirsi con umiltà e decisione all’azione dello Spirito Santo
e così, attraverso la conversione personale”, agire nel lavoro pastorale quotidiano
“quali discepoli e missionari, testimoni, della presenza sempre viva di Cristo risorto”.
“Vogliamo convocare tutti i credenti a prendere parte nella Missione nazionale, proseguono
i presuli ecuadoriani, affinché focalizzando il lavoro sull’evangelizzazione e sulla
famiglia, possa aprirsi l’occasione adeguata per un rinnovamento personale e comunitario;
per un rafforzamento della famiglia stessa e, infine, diventi possibile uscire da
noi stessi e andare incontro a coloro che soffrono la povertà e l’esclusione e sentono
il bisogno della salvezza”. Prima di concludere, il documento a firma del presidente
e segretario dell’episcopato, rispettivamente mons. Antonio Arregui Yarza e Angel
Polivio Sánchez Loaiza, chiede di “interrogarsi sulla nostra realtà" dalla prospettiva
“della comunione di fede e di missione” e dunque conoscere “le debolezze, i pregi,
le sfide” della nazione e disegnare poi “le azioni possibili da sviluppare”. I presuli
ecuadoriani ricordano infine la recente canonizzazione di Santa Narcisa, nei momenti
in cui si trovavano a Roma per la loro quinquennale visita “ad Limina Apostolorum”
e ringraziano il messaggio di Benedetto XVI che il 12 ottobre nell’omelia disse: “La
giovane laica ecuadoriana Narcisa di Gesù Martillo Morán ci offre un esempio completo
di risposta pronta e generosa all'invito che il Signore ci fa a partecipare al suo
amore. Santa Narcisa di Gesù ci mostra un cammino di perfezione cristiana accessibile
a tutti i fedeli. Nonostante le abbondanti e straordinarie grazie ricevute, la sua
esistenza trascorse con grande semplicità, dedita al lavoro come sarta e all'apostolato
come catechista. Nel suo amore appassionato per Gesù, che la portò a intraprendere
un cammino di intensa preghiera e di mortificazione, e a identificarsi sempre più
con il mistero della Croce, ci offre una testimonianza attraente e un esempio completo
di una vita totalmente dedita a Dio e ai fratelli”. (L. B.)