2008-11-27 15:46:33

L’impegno della Caritas per il popolo palestinese


“La creazione di uno Stato palestinese e la fine del ciclo di violenza in Terra Santa”. È l’auspicio espresso in vista della Giornata internazionale dell'ONU di Solidarietà con il popolo palestinese, che ricade il 29 novembre, da Caritas Internationalis che invita ad “un momento di riflessione su come riallacciare il processo di pace in Terra Santa”. In un comunicato inviato a Zenit la Caritas esorta l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ad aumentare gli sforzi per promuovere la pace e migliorare il monitoraggio in loco. “Senza un sostanziale impegno per affrontare le ben note cause di questa lotta per uno Stato indipendente, la vita dei palestinesi rimane prigioniera, ridotta alla sua sopravvivenza angosciata, a livello sia mentale che fisico”, sostiene la Caritas. “I diritti inalienabili del popolo palestinese sono definiti per legge come diritto all'autodeterminazione, all'indipendenza nazionale e alla sovranità – si legge ancora nella nota-. Sono parte integrale della lunga ricerca per una sistemazione davvero globale, giusta e durevole del conflitto israelo-palestinese”. Le conseguenze di questo fallimento, spiega la Caritas, “sono chiare per i palestinesi” e si notano soprattutto nell'“eccezionale miseria di 1,5 milioni di persone a Gaza. Grave scarsità di cibo, acqua, combustibile, elettricità e medicinali a causa del blocco di Gaza hanno approfondito la crisi umanitaria”. Allo stesso modo, “le conseguenze sono chiare anche per tutti i popoli della Terra Santa, siano essi ebrei, cristiani o musulmani, intrappolati in un ciclo di violenza, e per l'intera regione mediorientale”. Caritas Internationalis è quindi solidale con Caritas Gerusalemme e i suoi partner, “che hanno ripetutamente risparmiato per affrontare i bisogni umani quotidiani nei territori palestinesi occupati – cercando anche di raggiungere la pace necessaria tra israeliani e palestinesi”. Caritas Gerusalemme lavora con altre organizzazioni Caritas e con partner internazionali per aiutare i malati e i vulnerabili, ad esempio portando medici a Gaza per effettuare operazioni a un costo accessibile e inviando cibo e medicinali ai bisognosi. Si occupa anche di assistenza educativa e di programmi di sostegno alle famiglie, ottiene apparecchiature di riabilitazione per le persone ferite nelle azioni militari e valuta le necessità nella West Bank e a Gaza. (M.G.)







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