L’arcivescovo di Lusaka respinge gli attacchi contro la Chiesa
In Zambia si alzano i toni degli attacchi a padre Franck Bwalya, il direttore della
popolare emittente “Radio Icengelo” della diocesi di Ndola arrestato il 12 novembre
con l’accusa di avere trasmesso commenti faziosi contro il vincitore delle elezioni
presidenziali del 30 ottobre, Rupiah Banda. A queste accuse si è aggiunta in questi
giorni quella ancora più infamante rivolta dal Ministro della Provincia Meridionale
dello Zambia Daniel Mokombwe di avere voluto “fomentare il genocidio” nel Paese. Accuse
respinte con forza dall’arcivescovo di Lusaka mons. Telesphore Mpundu che, a nome
dell’episcopato, ha definito le affermazioni del ministro “inaccettabili e incresciose”.
“Noi – ha detto il presule ripreso dal quotidiano zambiano “The Post” - non perpetriamo
il genocidio, siamo agenti di giustizia e ci sforziamo di promuoverla. La missione
della Chiesa è di riconciliare e di garantire che il popolo venga prima di tutto”,
ha aggiunto mons. Mpundu, ricordando che la Chiesa in Zambia non è nuova a questo
genere di attacchi. Il processo contro padre Bwalya inizia giovedì. Il sacerdote è
imputato di avere denunciato nelle sue trasmissioni, frodi elettorali e definito l’elezione
del presidente Banda illegittima, istigando tensioni sociali. Le sue analisi sul voto
gli hanno attirato in queste settimane gli attacchi di diversi esponenti del partito
di maggioranza. Riserve sullo svolgimento delle elezioni del 30 ottobre, vinte di
stretta misura da Banda, sono state espresse anche dalla Conferenza episcopale (ZEC)
che in una recente nota si era detta preoccupata della polarizzazione del clima politico
nel Paese. (L.Z.)