2008-11-27 15:41:18

Il parlamento iracheno approva il ritiro Usa. Nuovi attentati a Baghdad


Un ufficiale della polizia irachena e un soldato dell'esercito iracheno sono stati uccisi e altre nove persone, tra cui tre soldati, sono rimaste ferite dall'esplosione di tre ordigni in zone diverse di Baghdad. La prima bomba, attaccata sotto l'auto di un tenente delle forze speciali del Ministero degli interni è esplosa uccidendo l’ufficiale. Un altro ordigno è esploso al passaggio di una pattuglia dell'esercito iracheno nei pressi della moschea al-Nidaa, nella parte nord di Baghdad, causando l'uccisione di un soldato e il ferimento di altri tre. Intanto, diciotto donne arruolate in una cellula di al Qaeda votata ad operazioni terroristiche suicide si sono consegnate alle forze della coalizione nel nord dell'Iraq e hanno firmato un “impegno di riconciliazione”. Lo rende noto il comando militare Usa a Baghdad, precisando che le 18 terroriste sono state convinte ad abbandonare il loro addestramento ad operazioni suicide dalle loro famiglie e dai mullah locali. E sempre oggi, il parlamento iracheno ha approvato l'accordo tra Iraq e Stati Uniti sulla sicurezza, che prevede il ritiro delle forze Usa entro il 2011. L’accordo è già stato votato dal governo nei giorni scorsi.

Esplosione a kabul nei pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti
Un attentatore suicida ha ucciso almeno quattro civili facendo esplodere una bomba in strada, nei pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Kabul, in Afghanistan. Il bilancio è stato riferito alla stampa un responsabile della polizia, il generale Ali Shah Paktiawal. Ancora non è chiara la dinamica dell'attentato e se obiettivo dell'attentatore fosse un convoglio di militari stranieri in transito.

Turchia
Due agenti della polizia turca sono rimasti uccisi e un loro collega ferito gravemente, stamani, in uno scontro a fuoco con presunti appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), l'organizzazione separatista curda considerata fuorilegge in Turchia. Lo riferisce l'agenzia turca Anadolu, precisando che la sparatoria è avvenuta sull'autostrada che collega Iskenderun ad Adana, nella regione meridionale del Paese. La Turchia, come anche Ue e Usa, considera il Pkk un gruppo terrorista e lo accusa di essere responsabile di un conflitto che ha causato la morte di almeno 40 mila persone, per lo più curdi, dall'inizio del 1984, anno della rivolta per la costituzione di uno Stato indipendente curdo nel sud-est della Turchia.

Medio Oriente
Resteranno chiusi anche oggi i valichi commerciali fra Israele e Gaza, in seguito al lancio stamani dalla Striscia di due razzi contro insediamenti ebraici nel Neghev. Ieri, pur mantenendo la generale chiusura dei valichi, Israele aveva consentito l'ingresso di alcune decine di camion di medicinali e viveri e forniture limitate di gas da cucina. La stampa israeliana aggiunge intanto che prevedibilmente nei prossimi giorni sarà bloccata in mare dalla marina militare israeliana una nave libica con ingenti quantità di aiuti per la popolazione di Gaza. La chiusura dei valichi è stata imposta all'inizio di novembre in seguito ad una recrudescenza delle violenze lungo i confini della Striscia di Gaza, dopo cinque mesi di tregua. Per oggi, intanto, l'Associazione della stampa estera in Israele (Fpa) ha indetto una conferenza stampa di protesta per il prolungato divieto di ingresso a Gaza a tutti i rappresentanti della stampa.

Vertice annullato tra UE e Cina per l’incontro tra Sarkozy e il Dalai Lama
La Cina ha affermato oggi che è stato il previsto incontro tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il Dalai Lama, il leader tibetano in esilio a determinare la decisione di Pechino di sospendere il dialogo con l'Unione Europea, in particolare di cancellare il vertice di Lione previsto per il primo di dicembre. Lo ha affermato oggi il portavoce cinese, Qin Gang, in una dichiarazione apparsa sul sito web del Ministero degli esteri di Pechino. Sarkozy ha confermato la sua intenzione di incontrare il Dalai Lama il 6 dicembre prossimo in Polonia, in occasione di una riunione di premi Nobel organizzata dall'ex presidente polacco e leader di Solidarnosc, Lech Walesa. Qin Gang ha ricordato che la Cina aveva “avvisato” la Francia, che ha la presidenza di turno dell'Ue, che un eventuale incontro tra Sarkozy e il leader tibetano avrebbe reso “difficile” la cooperazione tra Europa e Cina.

UE economia
Il 2009 per Eurolandia sarà probabilmente un anno in recessione. Ad affermarlo è il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, che il 3 novembre aveva indicato per il prossimo anno una crescita dello 0,1% ma che ora parla di crescita di segno negativo. A proposito del piano anticrisi lanciato ieri dalla Commissione europea, oggi il presidente Barroso è tornato a parlarne affermando che il provvedimento interviene a breve, senza mettere a repentaglio il medio e lungo periodo e sottolineando che “le misure sostengono i settori più vulnerabili, perché è una questione di giustizia e solidarietà sociale”. E' più importante - ha aggiunto - intervenire per i disoccupati piuttosto che ridurre in modo indifferenziato l'Iva.

Congo
Resta preoccupante la situazione nel nord della Repubblica Democratica del Congo. Sembrano ripresi, anche se sporadici, i combattimenti, dopo che il governo ha seccamente respinto due giorni fa la proposta dell'Onu di avviare negoziati diretti con i ribelli, che ormai controllano gran parte del nord est del Paese. Il mediatore dell'Onu, l'ex presidente nigeriano Obasanjo, aveva incontrato nei giorni scorsi il leader dei ribelli congolesi, generale Nkunda. Il rischio è che ora riesplodano gli scontri militari, che hanno già causato molte centinaia di morti, ed oltre un milione di profughi in condizioni disperate. Proprio della drammatica situazione dei profughi al confine con l’Angola parla l’arcivescovo di Lubango, mons. Gabriel Mbilingi, nell’intervista di Linda Bordoni: RealAudioMP3

R. - Prima, quando noi eravamo in guerra, abbiamo avuto dei profughi angolani, nel Congo, mentre adesso accade il contrario. Le frontiere non hanno ancora una sicurezza tale per poter dire che non si può passare da una parte all’altra. Dall’altro alto, non possiamo neanche chiudere le frontiere quando c’è una situazione umanitaria che ci chiede una risposta, un aiuto puntuale. Inoltre siamo preoccupati, perché i nostri confratelli vescovi del Congo ci hanno inviato un messaggio chiedendo aiuto, sia alla Conferenza episcopale dell’Angola sia anche al governo del nostro Paese, affinché si possa sollecitare l'attenzione non soltanto della comunità internazionale ma anche degli angolani stessi, che pure hanno vissuto un’esperienza difficile ed hanno trovato rifugio proprio nei Paesi confinanti.

 
D. - C’è un appello che vuole fare alla comunità internazionale?

 
R. - Le guerre, in questo mondo globalizzato, non possono essere viste come questioni di un Paese o di una regione. No, la pace è una questione mondiale; la stabilità è anche quella una questione mondiale, la vita stessa è una questione mondiale. Per cui, io mi rallegro anche per la presenza dell’Onu che ha deciso di rafforzare i gruppi dei soldati che si trovano in Congo. Tuttavia, vorrei anche che la questione fosse vista in un contesto un po’ più globale, perché quella regione soffre da tanti anni e non è possibile continuare così. Certamente ci sono delle politiche - forse con delle motivazioni di tipo economiche - alle quali bisogna porre uno stop, perché tutto quello che facciamo oggi per salvare il Congo, anche se si trattasse di una sola persona, è un bene per tutta l’umanità.

 
Thailandia
Il governo thailandese ha intimato ai militari di restare nelle caserme, reagendo così a voci che circolano sulla possibilità di un colpo di stato militare, peraltro smentito proprio da fonti militari. Il premier ha anche negato di voler silurare il capo delle forze armate, il generale Anupong Paochina, che ieri ha chiesto al governo di sciogliere il parlamento indicendo nuove elezioni. La capitale thailandese Bangkok dalla scorsa notte è inaccessibile dall'aria da quando i manifestanti antigovernativi, che da due giorni bloccano l'aeroporto internazionale Suvarnabhumi, hanno provocato la chiusura anche del secondo scalo della città, quello di Don Muang, adibito al traffico aereo interno. Per entrambi, gli aeroporti è stato dichiarato lo stato di emergenza. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 332

 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.