2008-11-26 15:38:23

Via libera al piano anticrisi dell’Unione Europea


La Commissione europea ha dato oggi il via libera alle sue proposte per affrontare la crisi economica conseguente a quella finanziaria. Si tratta di un pacchetto da 200 miliardi di euro. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

“È una risposta senza precedenti” ad una “crisi senza precedenti”, ha detto il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Il piano da 200 miliardi si traduce in un contributo dell'1,2% a carico dei bilanci dei 27 Stati membri e un contributo dello 0,3% da parte dei fondi comunitari. Ogni Paese, dunque, dovrebbe dare il suo contributo a seconda della propria situazione economica e sul fronte delle finanze pubbliche. In definitiva un 1,5% del Pil dell'intera Ue. Barroso lo definisce un piano “potente, sistematico e pragmatico” che si articola in dieci punti tra i quali anche lo sviluppo delle tecnologie pulite per le auto e per il settore delle costruzioni. Il piano prevede un margine di flessibilità di due anni per il rispetto dei parametri di Maastricht. Ma Almunia, commissario europeo agli Affari economici e monetari, sottolinea: “Il patto di stabilità e di crescita continua ad esistere e non viene messo tra parentesi”.

Negli Stati Uniti Obama annuncia tagli al bilancio
Dopo aver annunciato il suo piano per stimolare l'economia statunitense, il presidente eletto Barack Obama è tornato ieri davanti ai media per annunciare i tagli al bilancio necessari per evitare che il deficit federale raggiunga proporzioni catastrofiche. Il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

Gli americani vogliono un governo intelligente, non ideologia o fanatismo, ma azioni e fatti. La premessa di Barak Obama ha addolcito la pillola che è venuta dopo: parlando di sacrifici in vista, infatti, il presidente eletto ha preannunciato agli americani che gli anni a venire non saranno facili, ma che alla fine ne emergerà un Paese più forte. “Abbiamo un mandato chiaro per muovere l’America in una nuova direzione – ha detto Obama – e per questo le riforme non sono un’opzione ma un obbligo”. Obama, quindi, ha annunciato la nomina di Peter Orszag, direttore del Bilancio della Casa Bianca. Il compito del nuovo funzionario non sarà facile: il bilancio federale americano sta perdendo miliardi di dollari. “Un’emorragia – ha detto Obama – che bisognerà tentare in qualche modo di contenere”. Intanto, si apprende che il segretario alla Difesa, Robert Gates, avrebbe accolto la proposta del presidente eletto di rimanere al Pentagono per almeno un anno, per dare un senso di continuità alle guerre in Iraq ed Afghanistan.

 
Pakistan
Il principale bersaglio dell'attacco sferrato sabato in Pakistan da un 'drone' americano era un esperto egiziano di esplosivi appartenente ad Al Qaeda. L'aereo senza pilota ha colpito con tre missili una costruzione nel villaggio di Ali Khel, a breve distanza dal confine con l'Afghanistan. Intanto il capo dell'aviazione pachistana ha invitato il governo a decidere se usare mezzi diplomatici o militari, ritenendo la forza aerea del Paese capace di abbattere gli aerei americani senza pilota. A partire da settembre, gli Stati Uniti hanno compiuto oltre 20 raid nelle aree tribali del Pakistan al confine con l'Afghanistan per colpire talebani ed esponenti di al Qaeda. Islamabad lamenta che diversi civili sono stati uccisi negli attacchi e considera i raid come violazioni della propria sovranità nazionale.

Striscia di Gaza
Restano chiusi anche oggi, per il 22.mo giorno, i principali valichi di transito fra Israele e la Striscia di Gaza con la sola eccezione di quello di Kerem Shalom, aperto per alcune ore, mentre dal mare si sta avvicinando alle coste di Gaza una nave libica carica di aiuti per la popolazione palestinese. La chiusura delle frontiere resta in vigore, viene spiegato in Israele, perchè anche ieri da Gaza è stato sparato un razzo contro il Neghev israeliano. Ancora non è noto se le autorità israeliane autorizzeranno il passaggio della nave libica. Quanto ai valichi terrestri, a quanto pare per Kerem Shalom, nel Sud della Striscia transiterà una quarantina di camion carichi di generi alimentari destinati alla popolazione palestinese.

Trattato UE
La Corte costituzionale ceca ha dato oggi il via libera al Trattato di Lisbona, ritenendolo conforme alla costituzione del Paese, e aprendo così la strada alla sua ratifica da parte del Parlamento. La sentenza è stata pronunciata dopo sette mesi di esami costituzionali avviati su richiesta del Senato. Il Trattato dovrà ora essere ratificato da entrambe le Camere del Parlamento e firmato dal presidente Vaclav Klaus, il quale ne sosteneva l’illegittimità. Il presidente aveva detto ieri che se l'Irlanda si pronuncerà a favore del documento, lui non sarà l'ultimo presidente europeo a bloccarlo.

Rapiti due giornalisti in Somalia
Due giornalisti occidentali sono stati oggi rapiti in Puntland, regione semiautonoma nel nord-est della Somalia, mentre giunge notizia di un’intesa per rafforzare il governo di transizione. Il servizio di Federica Andolfi:RealAudioMP3

Fonti ufficiali locali di polizia, di cui riferisce Radio Nairobi, danno per certo il rapimento di due giornalisti senza però poter precisare la loro nazionalità. Alcune fonti, parlano di due britannici, altre di un francese e di uno spagnolo. Lo scorso agosto sono stati rapiti a Mogadiscio due giornalisti indipendenti, uno australiano ed uno canadese, ancora, per quanto se ne sa, nelle mani dei sequestratori. Intanto, una nuova intesa per rafforzare il debolissimo Governo Federale di Transizione somalo ed un avvio alla pacificazione è stata raggiunto a Gibuti, e resa nota oggi a Nairobi dall'Onu, sotto la cui egida è stata firmata. Negli ultimi mesi accordi più o meno analoghi sono già stati sottoscritti, senza però il minimo riscontro concreto sul terreno. Il debole governo federale si regge per l'appoggio delle truppe etiopiche, presenti in Somalia da quasi due anni. L'ultima intesa prevede un governo di unità nazionale al quale partecipino anche le fazioni moderate (minoritarie) dell'opposizione, riunite nell'Alleanza per la Ri-Liberazione della Somalia (Ars, basata all'Asmara); e l'allargamento dell'attuale Parlamento somalo, che ha sede a Baidoa, dagli attuali 135 deputati a 2OO: i 65 nuovi seggi sarebbero assegnati all'area moderata dell'Arl. Ma la situazione appare molto complessa. Il presidente somalo Yusuf non avalla questa scelta, anzi formalmente l’ha respinta quando è stata avanzata la scorsa settimana.

 
Pirateria nelle acque al largo della Somalia
La compagnia armatrice della petroliera turca sequestrata due settimane fa da pirati somali al largo delle coste dello Yemen ha reso noto di essere vicina a raggiungere un accordo per ottenere la restituzione dell'imbarcazione ed il rilascio dei 14 uomini dell'equipaggio. Per la nave yemenita, sequestrata ieri, i pirati hanno chiesto un riscatto di due milioni di dollari, mentre sono ancora in corso le trattative per liberare altre 16 imbarcazioni. Intanto, le monarchie petrolifere del Golfo hanno annunciato che si stanno “coordinando” con le grandi potenze navali per lottare contro la pirateria marittima, che denunciano come una nuova forma di terrorismo.

Zimbabwe
Il governo delle Zimbabwe ha assicurato oggi che la situazione sanitaria è “sotto controllo”, rifiutandosi al tempo stesso di proclamare lo stato di emergenza nonostante un'epidemia di colera abbia già causato più di 360 morti.. L'organizzazione non governativa britannica Oxfam e varie associazioni di medici dello Zimbabwe hanno invitato il governo a proclamare lo stato di emergenza per lottare contro l'epidemia.

Groenlandia
Con il 75,5% di sì all'autodeterminazione è passato in Groenlandia il referendum di riforma dello statuto del 1979 che regola l'autonomia da Copenaghen. La Danimarca continuerà comunque a controllare la politica monetaria della Groenlandia e la politica estera. Il nuovo statuto dell'isola artica, che stabilisce una totale autogestione nello sfruttamento delle risorse del sottosuolo e che prevede anche una polizia autonoma e il riconoscimento della lingua locale, entrerà in vigore il 21 giugno prossimo. Secondo alcuni osservatori, si prevede che lo sfruttamento dei ricchi giacimenti di idrocarburi sotto i ghiacci possa soppiantare i contributi elargiti dalla corona danese, che lo scorso anno hanno raggiunto i 420 milioni di euro.

Ossezia del Nord
Il sindaco di Vladikavkaz, la capitale della repubblica caucasica russa dell'Ossezia del nord, è stato ucciso stamane a colpi d'arma da fuoco. Vitaly Koraiev, questo il nome del primo cittadino nordosseto, è stato colpito in auto dopo essere uscito di casa ed è morto all'ospedale. L’attentato di oggi a Vladikavkaz riporta in primo piano l’instabilità del Caucaso. Ce ne parla Luigi Geninazzi, inviato del quotidiano Avvenire ed esperto di area ex sovietica, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – La situazione di grande instabilità del Caucaso, che ha avuto per tanti anni il suo epicentro in Cecenia, adesso si è spostato nelle altre Repubbliche della Federazione russa, soprattutto nell’Ossezia del Nord, in Inguscezia e in Daghestan, che sono le Repubbliche ormai più ad alto rischio, dove quasi ogni giorno ci sono ammazzamenti e attentati. E ricordiamo l’ultimo attentato, che c’è stato sempre a Vladikavkaz, pochi giorni fa. L’Ossezia del Nord è la regione dove è avvenuto il sequestro e l’attentato di Beslan, quattro anni fa, dove morirono oltre 300 bambini e insegnanti nella scuola sequestrata dai terroristi ceceni. Ecco, tutto questo ci fa capire che è la lunga coda di quello che è avvenuto in agosto con la guerra tra Russia e Georgia. Il Caucaso è una terra sempre instabile e ha ancora questi sommovimenti che, però, si spostano e diventano sempre più violenti e a rischio nelle altre Repubbliche, fuori da quello che ormai nell’immaginario di tutti in Occidente è la Cecenia.

 
D. – Possiamo indicare una regia unica in tutti questi attentati che avvengono e che continuano ad avvenire?

 
R. – Certamente sono dei gruppi collegati fra loro, ma ci sono vari elementi. Un elemento è senza dubbio l’estremismo islamico che sta crescendo in questi Paesi, c’è poi anche l’infiltrazione delle bande di Al Qaeda, e tutto questo si lega ad un fattore cronico, endemico, che è la criminalità e la mafia. Tutti questi elementi stanno assieme. Quindi, nel caso dell’uccisione del sindaco di Vladikavkaz è probabile che tutti questi elementi ci siano, come moventi.

 
Il presidente russo in visita in Venezuela
Proveniente dal Brasile, il presidente russo, Dmitri Medvedev, è oggi a Caracas, dove incontrerà il capo dello Stato Hugo Chavez, in coincidenza con l'arrivo in Venezuela dell'incrociatore lanciamissili a propulsione nucleare 'Pietro il Grandè, che insieme ad altre tre navi russe compierà nei prossimi giorni esercitazioni congiunte nel Mar dei Caraibi. I media locali definiscono 'storicò il viaggio di Medvedev, rilevando tra l'altro che era da 168 anni che navi militari russe non entravano in acque venezuelane. Luis Badilla:RealAudioMP3

 
Venezuela, Brasile, Cuba, Ecuador e Perù sono state in questi giorni tappe di un'offensiva diplomatica rilevante da parte della Federazione Russa e il Presidente Dmitri Medvédev, il suo ministro per gli affari esteri Sergey Lavrov e il vice presidente della "Gazprom" Alexander Medvédev si sono alternati con loro visite in diverse capitali per parlare di affari a tutto campo: da quelli squisitamente militari al commercio degli idrocarburi passando per la tecnologia agricola nucleare. La stampa latinoamericana pubblica numerosi commenti che evidenziano preoccupazione soprattutto per la vendita di armi, sia quella già in atto sia quella possibile. Al riguardo si ricordano gli accordi con Caracas e quelli proposti al Brasile perché concretizzi l'acquisto di vari sistemi di armi russi che i vertici delle forze armate brasiliane stanno esaminando da tempo. Il primo è un possibile ordine da 250 milioni di dollari di elicotteri da trasporto e attacco al suolo Mi-35, sul quale però l'aeronautica brasiliana esige che siano montati sistemi “avionics” fabbricati in Brasile dall'israeliana AEL, un'esigenza che i russi considerano “antieconomica”. L'idea di apparire insieme al Venezuela come compratore e utente di armi russe non sembra piacere al governo brasiliano che preferisce l'indipendenza che gli garantiscono i francesi. Resta da vedere cosa sarà in grado di offrire in queste ore il presidente Medvédev al Presidente Lula per convincerlo.

 
Thailandia
Otto persone sono state ferite a Bangkok in tre diverse esplosioni, due in città e una nell'aeroporto internazionale, bloccato da diverse ore. Le esplosioni sono avvenute nel corso delle manifestazioni organizzate da ieri da 10 mila appartenenti al partito d'opposizione, Alleanza del popolo per la democrazia (Pad). Hanno occupato l’aeroporto di Bangkok, mentre era atteso l'arrivo dell'aereo del premier in ritorno dal vertice dell'Apec in Perù. Da agosto presidiano l'ufficio del primo ministro nel centro della capitale. Da sei mesi, infatti, l’opposizione chiede le dimissioni del governo, accusandolo di essere asservito all'ex premier in esilio, Thaksin Shinawatra, miliardario incriminato per corruzione che si è rifugiato all'estero. Nelle ultime ore l’opposizione ha respinto l'offerta di negoziati da parte dell’esecutivo. Da parte sua, il capo dell'esercito ha chiesto ai manifestanti di ritirarsi e ha invitato il governo a dimettersi e a convocare nuove elezioni.

Almeno 84 morti per le alluvioni in Brasile
È salito a 84 morti e almeno 54 mila sfollati il bilancio delle alluvioni che da giorni si stanno abbattendo sul Brasile meridionale. In diverse delle 30 città coinvolte, sono stati inoltre segnalati saccheggi nelle case e nei negozi. La protezione civile brasiliana ha reso noto che la zona più colpita dal disastro è lo Stato di Santa Caterina. Intanto l'esercito brasiliano ha iniziato a consegnare i primi aiuti alla popolazione. Secondo le autorità sarebbero non meno di 1,5 milioni le persone colpite in vario modo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 331

 
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