“Il Kivu come la Palestina": così un missionario nella Repubblica Democratica del
Congo
“Il Nord Kivu è un po’ la nostra Palestina. E’ sempre stato un focolaio di problemi,
specialmente a partire dall’eccidio del 1994 in Rwanda”. Con queste parole padre Luigi
Moser, missionario trentino nella repubblica Democratica del Congo, descrive in una
lettera inviata al settimanale della dicoesi di Trento ‘Vita Trentina’ la situazione
nella martoriata regione congolese. “Nel Nord Kivu – scrive padre Moser – ci sono
grandi ricchezze a ancora maggiore odio tribale. La gente – aggiunge il missionario
nella lettera ripresa dal SIR – è sempre stata abituata a passare da una parte all’altra”
delle fazioni in conflitto. Adesso – osserva padre Moser – è difficile capire chi
sia realmente congolese o rwandese. Per loro è molto più importante sapere di far
parte della stessa tribù che appartenere allo stesso Stato perché “per la tribù –
precisa il missionario – si vive e si muore”. Lo Stato, invece, è “qualcosa di vago
ed imposto”. In questo drammatico scenario non mancano segnali di speranza: “I soccorsi
umanitari arrivano - spiega il sacerdote – nonostante mille difficoltà politiche e
logistiche”. Si stima che, attualmente, gli sfollati siano oltre un milione e mezzo.
(A.L.)