2008-11-22 15:17:07

Il cardinale Arinze presenta al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano nel 50.mo anniversario del suo sacerdozio


Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il porporato ha presentato al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano che contiene preghiere e indicazioni di carattere teologico, pastorale e spirituale per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche. Per il cardinale nigeriano quella odierna è una giornata speciale, perché oggi festeggia 50 anni di sacerdozio. Si tratta di un ricco cammino di fede e doni spirituali come spiega, al microfono di Amedeo Lomonaco, lo stesso cardinale Arinze:RealAudioMP3

R. – Il Signore mi ha dato molte opportunità: come sacerdote in Nigeria, professore in seminario, come vescovo assistente per due anni e poi arcivescovo per 17 anni, prima di essere chiamato a Roma. Tutto questo lo vedo come servizio a Cristo, alla Chiesa, al popolo di Dio. Non lo vedo come una conquista, ma come un dono: è un regalo il fatto che Gesù associ un uomo al suo sacerdozio e gli dia l’opportunità di celebrare la Santa Messa, di assolvere i peccati, di essere guida spirituale di tante persone. E' un dono la possibilità di essere una persona che condivide la Parola di Dio con il popolo: per tutto questo sono riconoscente. Il Signore mi ha permesso di celebrare la Santa Eucaristia 20.152 volte. Mi metto in ginocchio e ringrazio Dio e la Provvidenza.

 
D. – Come è nata, eminenza, la sua vocazione?

 
R. – Solo Dio sa come la grazia di una sua vocazione nasca nell’anima umana e come l’individuo risponda. Ma nel nostro debole linguaggio umano, posso dire che quando ero alla scuola elementare, io vedevo i seminaristi e volevo essere come loro. Poi, in particolare, il nostro parroco, padre Tanzi: è lui che mi ha battezzato, con lui ho fatto la prima Confessione, la prima Comunione. Mi ha preparato alla cresima e io ero un suo chierichetto alla Messa, nel 1945. Allora desideravo essere come lui: così posso spiegarlo umanamente. Poi, la grazia di Dio fa il suo corso.

 
D. – Il suo percorso di fede l’ha portata in giro per il mondo. Ci può dire, eminenza, quale significato ha per lei il ricordo dell’Africa?

 
R. – Ricordo con grande senso di ringraziamento verso Dio per le opportunità che ho avuto. Ringrazio anche i miei genitori, i sacerdoti che hanno lavorato e hanno contribuito alla mia formazione negli anni di seminario… Il servizio mi ha portato in 67 Paesi di tutti i continenti, e devo dire che incontrare persone e luoghi e istituti è più prezioso che leggere libri. E’ sempre la stessa Chiesa, anche se le culture, le lingue sono diverse …

 
D. – Anche perché, eminenza, il vero cuore della Chiesa, più che tra gli edifici, pulsa nel cuore di ogni uomo …

 
R. – Sì, il vero centro della Chiesa è la Santissima Eucaristia. Lì è Gesù che ci attende, che si offre; e Lui ci associa nel suo sacrificio. E’ nel cuore umano che risponde la grazia di Dio. In Dio la nostra azione comincia, in lui continua e in lui arriva al compimento. Perciò, Dio resta sempre il centro. E' una grande gioia che il cinquantesimo del mio sacerdozio cade nella solennità di Cristo Re: per me è un segno molto eloquente!

 
D. – A proposito di segni eloquenti, oggi ha incontrato il Santo Padre per la presentazione della terza edizione del Messale Romano…

 
R. – A nome della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti abbiamo presentato il Messale al Papa. Si tratta dell’ultimo ritocco al Messale Romano in latino: non è una edizione tutta nuova. Ci sono piccoli ritocchi.

 
D. – Eminenza, quali parole intende rivolgere agli ascoltatori?

 
R. – Soltanto chiedere la preghiera di quelli che ci ascoltano e chiedere loro di condividere la mia gioia perché la gioia condivisa cresce… Dio vi benedica!







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