Il cardinale Arinze presenta al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano nel
50.mo anniversario del suo sacerdozio
Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il cardinale Francis Arinze, prefetto
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il porporato
ha presentato al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano che contiene preghiere
e indicazioni di carattere teologico, pastorale e spirituale per lo svolgimento delle
celebrazioni liturgiche. Per il cardinale nigeriano quella odierna è una giornata
speciale, perché oggi festeggia 50 anni di sacerdozio. Si tratta di un ricco cammino
di fede e doni spirituali come spiega, al microfono di Amedeo Lomonaco, lo
stesso cardinale Arinze:
R. – Il Signore
mi ha dato molte opportunità: come sacerdote in Nigeria, professore in seminario,
come vescovo assistente per due anni e poi arcivescovo per 17 anni, prima di essere
chiamato a Roma. Tutto questo lo vedo come servizio a Cristo, alla Chiesa, al popolo
di Dio. Non lo vedo come una conquista, ma come un dono: è un regalo il fatto che
Gesù associ un uomo al suo sacerdozio e gli dia l’opportunità di celebrare la Santa
Messa, di assolvere i peccati, di essere guida spirituale di tante persone. E' un
dono la possibilità di essere una persona che condivide la Parola di Dio con il popolo:
per tutto questo sono riconoscente. Il Signore mi ha permesso di celebrare la Santa
Eucaristia 20.152 volte. Mi metto in ginocchio e ringrazio Dio e la Provvidenza.
D.
– Come è nata, eminenza, la sua vocazione?
R. –
Solo Dio sa come la grazia di una sua vocazione nasca nell’anima umana e come l’individuo
risponda. Ma nel nostro debole linguaggio umano, posso dire che quando ero alla scuola
elementare, io vedevo i seminaristi e volevo essere come loro. Poi, in particolare,
il nostro parroco, padre Tanzi: è lui che mi ha battezzato, con lui ho fatto la prima
Confessione, la prima Comunione. Mi ha preparato alla cresima e io ero un suo chierichetto
alla Messa, nel 1945. Allora desideravo essere come lui: così posso spiegarlo umanamente.
Poi, la grazia di Dio fa il suo corso.
D. – Il suo
percorso di fede l’ha portata in giro per il mondo. Ci può dire, eminenza, quale significato
ha per lei il ricordo dell’Africa?
R. – Ricordo con
grande senso di ringraziamento verso Dio per le opportunità che ho avuto. Ringrazio
anche i miei genitori, i sacerdoti che hanno lavorato e hanno contribuito alla mia
formazione negli anni di seminario… Il servizio mi ha portato in 67 Paesi di tutti
i continenti, e devo dire che incontrare persone e luoghi e istituti è più prezioso
che leggere libri. E’ sempre la stessa Chiesa, anche se le culture, le lingue sono
diverse …
D. – Anche perché, eminenza, il vero cuore
della Chiesa, più che tra gli edifici, pulsa nel cuore di ogni uomo …
R.
– Sì, il vero centro della Chiesa è la Santissima Eucaristia. Lì è Gesù che ci attende,
che si offre; e Lui ci associa nel suo sacrificio. E’ nel cuore umano che risponde
la grazia di Dio. In Dio la nostra azione comincia, in lui continua e in lui arriva
al compimento. Perciò, Dio resta sempre il centro. E' una grande gioia che il cinquantesimo
del mio sacerdozio cade nella solennità di Cristo Re: per me è un segno molto eloquente!
D.
– A proposito di segni eloquenti, oggi ha incontrato il Santo Padre per la presentazione
della terza edizione del Messale Romano…
R. – A nome
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti abbiamo presentato
il Messale al Papa. Si tratta dell’ultimo ritocco al Messale Romano in latino: non
è una edizione tutta nuova. Ci sono piccoli ritocchi.
D.
– Eminenza, quali parole intende rivolgere agli ascoltatori?
R.
– Soltanto chiedere la preghiera di quelli che ci ascoltano e chiedere loro di condividere
la mia gioia perché la gioia condivisa cresce… Dio vi benedica!