2008-11-21 16:08:24

I cappellani delle carceri discutono la situazione degli stranieri detenuti


Gli stranieri in carcere: problema o risorsa? È stato questo il tema del Consiglio Pastorale Nazionale dei Cappellani delle Carceri, conclusosi oggi a Roma, che ha visto confrontarsi religiosi e rappresentanti istituzionali sul delicato tema del mutamento della popolazione carceraria registrato negli ultimi anni. La presenza degli stranieri dietro le sbarre, infatti, ha raggiunto il 37% rispetto al 29% del passato. Su un totale di 56671 detenuti, gli stranieri sono ben 21138. Provengono da 154 Paesi e la maggior parte di loro non è di religione cattolica: ci sono ortodossi, protestanti, ebrei e soprattutto musulmani. “Questa realtà pone a noi cappellani cattolici vari problemi sul senso e sul modo di svolgere la nostra pastorale” ha detto l’Ispettore generale dei Cappellani, mons. Giorgio Caniato. “Il primo è se ci consideriamo sacerdoti evangelizzatori e non assistenti sociali anche nei confronti dei detenuti di altre religioni. Il secondo è se il nostro rapporto con gli stranieri si riduce solo all’assistenza o se possiamo fare, se lo vogliono, un discorso più profondo, toccando valori e scelte valide che cambiano la vita” ha evidenziato mons. Caniato, ponendo al tempo stesso nuove questioni: “Come comportarsi nel campo specifico della loro religione e nel rapporto con la religione cristiana? Quali difficoltà ci pongono l’aumento delle presenze ed il loro turnover?”. Non è la prima volta che i cappellani affrontano il tema della presenza degli stranieri negli istituti di pena: lo hanno fatto nel 2001 con una loro inchiesta e nel 2004 con il Convegno sugli Stranieri organizzato dalla Facoltà di Sociologia della Pontificia Università di San Tommaso, l’Angelicum. “Il taglio che abbiamo dato in passato è stato meramente culturale, sociale, assistenziale e politico” ha ripreso mons. Caniato. “L’approccio di questi giorni è stato religioso. Ci siamo chiesti se esercitiamo il nostro ministero di evangelizzazione comunque, nei confronti dei detenuti, sia quando trattiamo con loro, che con la loro religiosità”. Da qui l’impostazione che il Consiglio Pastorale ha deciso di dare a questa tre giorni: ascolto della Parola di Dio, ascolto del pensiero della Chiesa con l’intervento del sottosegretario del Pontificio Consiglio della Promozione dell’Unità dei Cristiani, mons. Eleuterio Francesco Fortino, l’incontro con i vertici della Polizia Penitenziaria, lo studio delle realtà degli istituti minorili e il confronto con il direttore dell’Ufficio Studi e Ricerche del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giuseppe Capoccia. Ha concluso i lavori il nuovo Capo del Dipartimento, Franco Ionta. (A cura di Davide Dionisi)







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