La Croce Rossa delle Filippine denuncia: oltre 46 mila sfollati nella guerra in corso
a Mindanao
Gli scontri delle ultime settimane a Mindanao, nel sud delle Filippine, hanno causato
più di 46 mila sfollati. Lo afferma un rapporto della Croce rossa filippina (Pnrc)
diffuso martedì scorso, in base al quale vi sono 46.350 persone – appartenenti ad
oltre 11.700 nuclei familiari sparsi in nove province – che hanno dovuto abbandonare
case e proprietà a causa della guerra fra l’esercito governativo e le truppe del Fronte
islamico Moro (Milf). La Croce rossa - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha allestito
20 centri di accoglienza nelle zone di Cotabato, Lanao del Norte, Iligan City, General
Santos City, Basilan, Sulu, Misamis Occidental, Sultan Kudarat e Bukidnon, al cui
interno vengono forniti cibo e generi di prima necessità. A rendere più difficili
gli interventi umanitari vi sono i continui scontri a fuoco fra i due fronti. Da Mindanao
arrivano anche piccoli segnali di speranza; la Croce rossa ha avviato la ricostruzione
di una parte delle case distrutte, 12 delle quali già completate nella municipalità
di Kolambugan; a Kauswagan sono quasi pronti sette alloggi per sfollati sui 12 in
programma. Fa ben sperare anche il primo vertice della Conferenza vescovi-ulema a
Jolo – nella provincia di Sulu – in calendario in questi giorni, nonostante le ripetute
minacce di sequestri lanciate da Abu Sayyaf, organizzazione terrorista legata ad al
Qaeda. All’incontro vescovi-ulema partecipano 85 delegati ed è presieduto dall’arcivescovo
di Davao, mons. Fernando Capalla, dal vescovo emerito mons. Hilario Gomez, e dal presidente
della Lega filippina degli ulema Aleem Aboali Cali. Il vicario apostolico di Jolo
Angelito Lampon, degli Oblati di Maria Immacolata, lo definisce “storico” perché “per
la prima volta si tiene a Jolo” ed è un forte messaggio alla popolazione nella direzione
della pace e della concordia fra i fedeli delle due religioni. (R.P.)