Iniziata a Gerusalemme la raccolta delle olive dell'orto del Getsemani
Saranno in parte torchiate presso l’abbazia cistercense di Latroun ed il loro olio
servirà alle lampade dei santuari le olive degli alberi del Getsemani a Gerusalemme.
I noccioli invece serviranno ad alcune famiglie di Beit Sahour per farne dei rosari.
Il lavoro di snocciolatura è interamente manuale. Quel che rimane della polpa diventa
olio, destinato ad essere offerto in piccolissime boccette. Sono ricchi di frutto
quest’anno gli ulivi di Gerusalemme, nonostante le poche piogge. Si stima che abbiano
più di 2 mila anni e tradizionalmente è dopo i primi piovaschi che viene organizzata
la raccolta dei loro frutti. A curarla i membri della comunità Vita Nuova di Nazareth,
una piccola comunità composta di arabi cristiani di differenti confessioni che operano
e pregano per l’unità della Chiesa. “Abbiamo chiesto ai francescani di poter fare
questa raccolta perché si tratta del segno della nostra incarnazione e noi che viviamo
a Nazareth, viviamo di questa spiritualità dell’incarnazione - spiega il portavoce
della comunità - a Nazareth, Maria ha detto: ‘Fiat, sia fatta la tua volontà’. Qui,
in questo giardino, Gesù ha detto: ‘Fiat, sia fatta la tua volontà’. Questi due Fiat,
questi due abbandoni alla volontà di Dio, ci sono valsi la Salvezza”. “La nostra spiritualità
– aggiunge – è fondata su questa frase del Vangelo di San Giovanni: ‘Nessuno ha un
amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici’. Incarniamo, non solo
in modo spirituale, in questo Luogo Santo, questo desiderio di donarsi interamente,
fino all’ultima goccia, come l’oliva dà tutto il suo olio”. Degli ulivi che la Custodia
di Terra Santa possiede invece sul pendio della collina del Getsemani si occupano
i membri del gruppo ecumenico di Teologia della Liberazione palestinese (Sabeel).
(T.C.)