I monasteri indicano al mondo l'essenziale: cercare Cristo e nulla anteporre al suo
amore: così il Papa alla Congregazione per la vita consacrata
I monasteri sono oasi spirituali che indicano al mondo ciò che è essenziale: “cercare
Cristo e nulla anteporre al suo amore”. E’ quanto ha affermato stamani il Papa ricevendo
i partecipanti alla plenaria della Congregazione per gli istituti di vita consacrata
e le società di vita apostolica, che quest’anno celebra i suoi cento anni di attività.
Il servizio di Sergio Centofanti. La
plenaria del dicastero ha affrontato quest’anno un tema “particolarmente caro” al
Papa: il monachesimo. Il Pontefice ha evidenziato l’importanza della vita monastica
nella storia, sottolineando quale sia il suo scopo: “cercare
Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (cfr Gv 1,18), cercarlo fissando
lo sguardo sulle realtà invisibili che sono eterne (cfr 2 Cor 4,18), nell’attesa della
manifestazione gloriosa del Salvatore (cfr Tt 2,13)”. I
monasteri diventano così oasi spirituali che indicano all’umanità il primato assoluto
di Dio nell’adorazione continua della “misteriosa ma reale presenza divina nel mondo”
e nella comunione fraterna vissuta secondo “il comandamento nuovo dell’amore e del
servizio reciproco, preparando così la finale manifestazione dei figli di Dio”:
“Quando
i monaci vivono il Vangelo in modo radicale, quando coloro che sono dediti alla vita
integralmente contemplativa coltivano in profondità l’unione sponsale con Cristo …
il monachesimo può costituire per tutte le forme di vita religiosa e di consacrazione
una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesimale: cercare
Cristo e nulla anteporre al suo amore”. “La via additata
da Dio per questa ricerca e per questo amore – ha proseguito il Papa - è la sua stessa
Parola, che nei libri delle Sacre Scritture si offre” con abbondanza alla riflessione
degli uomini. E’ a partire dall’ascolto orante di questa Parola che nei monasteri
si eleva silenziosamente una preghiera che diventa testimonianza per quanti vengono
accolti come fossero Cristo stesso in questi luoghi di pace ma che è per il bene di
tutta l’umanità:
“Invochiamo Maria, la Madre del
Signore, la ‘donna dell’ascolto’, che nulla antepose all’amore del Figlio di Dio da
lei nato, perché aiuti le comunità di vita consacrata e specialmente quelle monastiche
ed essere fedeli alla loro vocazione e missione. Possano i monasteri essere sempre
più oasi di vita ascetica, dove si avverte il fascino dell’unione sponsale con Cristo
e dove la scelta dell’Assoluto di Dio è avvolta da un costante clima di silenzio e
di contemplazione”.
Sul discorso rivolto dal Papa
ai partecipanti alla plenaria ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco,
il commento del ministro generale dei Frati Minori, padre José Rodriguez
Carballo:
R. – Vorrei soltanto sottolineare che nelle parole
del Santo Padre appare sempre un grande amore per la vita consacrata e per la vita
monastica. Il Santo Padre, oltre a quello che dice, trasmette questo amore e questa
fiducia nella presenza e nella testimonianza della vita consacrata e questo per noi
consacrati è molto importante e di questo veramente ringraziamo il Santo Padre.
D.
– Cosa vuol dire, oggi, essere monaci in un tempo così complesso come il nostro?
R.
– Il Santo Padre, proprio nel discorso di oggi, ha centrato la vocazione monastica
nel cercare Dio, e questo penso sia la grande vocazione ed il segno, direi profetico,
della vita monastica nel mondo di oggi. In un tempo in cui sembra che Dio ormai non
esista, o almeno in un tempo in cui tanti si comportano come se Dio non esistesse,
il monaco ci ricorda non soltanto l’esistenza di Dio, ma ci ricorda che Dio deve essere
al centro della vita e che Dio fa sì che una persona possa realizzarsi pienamente.