2008-11-20 14:57:54

Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia


Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia promossa dalle Nazioni Unite e dai suoi enti specializzati. La ricorrenza punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di tutelare i minori da abusi, violenze e forme di discriminazione. In Italia, in occasione di questa ricorrenza viene istituita la figura del garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Sull’impegno della società a tutela dell’infanzia Stefano Leszczynski ha intervistato il direttore generale di Unicef – Italia, Roberto Salvan:RealAudioMP3

R. – Questa giornata, ovviamente, guarda ai diritti dei bambini e degli adolescenti in Italia e ai diritti dei bambini e adolescenti nelle aree più povere del nostro pianeta, perché l’Unicef ha questa responsabilità: parlare dei diritti dei bambini laddove sono negati o parlare delle buone pratiche, per dire al mondo della politica e dell’associazionismo cosa fare per far crescere delle nuove generazioni che abbiano piena consapevolezza dei propri diritti.

 
D. – Per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo, quali sono i punti che mette in evidenza l’Unicef?

 
R. – In particolare, sono quelle zone dove ci sono conflitti. Quindi, ricordo quello che sta accadendo in Congo, dove la popolazione infantile e adolescenziale, soprattutto, è sconvolta da continue fughe dai propri villaggi. Ci sono delle situazioni ormai dimenticate, come può essere il Darfur e tutto il Corno d’Africa, dove ancora una volta i bambini pagano il prezzo più alto, anche dal punto di vista alimentare, perché il costo, che è salito alle stelle, dei cereali ha messo in ginocchio molte comunità africane che non riescono ad avere accesso al cibo e dipendono direttamente dall’aiuto internazionale. Ma si fa fatica, perché i Paesi donatori ora stanno affrontando una crisi finanziaria ed economica enorme e noi temiamo che poi alla fine la cooperazione internazionale venga ridimensionata, per cui siano poi i Paesi del sud del mondo a pagare ulteriormente il costo di certe emergenze.

 
D. – E’ immaginabile insomma che la crisi spinga sempre più verso la manodopera a basso costo. Questa per la maggior parte, purtroppo, è costituita da bambini. E’ un’aspettativa alla quale ci si prepara a far fronte?

 
R. – La crisi economica verrà certamente pagata dalle classi e dalle famiglie delle classi più povere e da questo punto di vista i governi nazionali devono porre maggiore attenzione e portare risorse per fare in modo che poi il prezzo ulteriore in termini di istruzione, in termini di salute, in termini di protezione, non lo paghino un’altra volta i bambini.







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