2008-11-20 14:14:54

Denuncia di mons. Migliore all'Onu: "Nel mondo è più facile trovare armi che cibo"


Le drammatiche conseguenze del traffico illecito di armi a livello mondiale chiamano la comunità internazionale a raddoppiare l’impegno per creare nuovi meccanismi di controllo. Sono parole dell'arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU. E’ intervenuto ieri al dibattito a New York sul mantenimento della pace e della sicurezza anche attraverso la riduzione degli armamenti. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

“La mancanza di normative e azioni concrete per ridurre la mole di armi a livello mondiale ha creato un mondo in cui è più facile ottenere armi piuttosto che cibo, rifugio e scolarizzazione”. E’ dura la denuncia di mons. Migliore: riconosce che la recente adozione, nell’ultima Assemblea generale dell’ONU, della Risoluzione intitolata ‘Verso un trattato sul traffico di armi’ rappresenta un passo in avanti ma chiede che l’impegno venga raddoppiato. Sottolinea che la stessa facile disponibilità di armi rappresenta la prima ragione per cui “tensioni locali sfociano subito in conflitti o per cui i conflitti durano a lungo”. L'osservatore permanente della Santa Sede ricorda la denuncia in sede di Assemblea generale di un delegato africano: per ogni africano ci sono sette proiettili illegali e tre armi pronti. Anche mons. Migliore parla di cifre: se si spendesse anche solo una parte del miliardo e trecento milioni che si spendono in armi per promuovere la crescita sociale, economica e spirituale dei popoli, non solo daremmo vita a un mondo migliore e più sicuro ma riusciremmo anche a promuovere un nuovo rispetto per la vita e tra le persone. E il presule dà voce alle centinaia di migliaia di persone che nella Repubblica Democratica del Congo invocano giustizia, pace, sicurezza e possibilità semplicemente di vivere con dignità sul proprio territorio. In generale, il rappresentante vaticano ricorda che per ottenere migliori condizioni di sicurezza bisogna perseguire obiettivi di sviluppo, sicurezza e rispetto dei diritti umani. C’è bisogno – afferma mons. Migliore – di grandi sforzi, di volontà politica, di trasparenza, di flessibilità e apertura. Cominciando dal fatto che gli Stati dovrebbero rispettare gli accordi che hanno già sottoscritto e ratificato.







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